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CASERTA – Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha condannato l’ex sindaco di Casapesenna (Caserta) Fortunato Zagaria ad un anno e mezzo di carcere per il reato di violenza privata con l’aggravante del metodo mafioso, commesso ai danni di un altro ex primo cittadino, Gianni Zara. La Corte ha assolto Zagaria dal reato di concorso esterno in camorra e per una seconda contestazione di violenza privata. Assolti anche il boss dei Casalesi Michele Zagaria (omonimo del sindaco) e l’ex consigliere comunale Luigi Amato. Fortunato Zagaria condannato a un anno e mezzo di carcere con sospensione condizionale pena ma per il quale il pm della Dda di Napoli Maurizio Giordano aveva chiesto 10 anni di carcere, era stato denunciato nell’autunno 2008. All’epoca rivestiva la carica di vice-sindaco di Casapesenna. A denunciarlo fu Zara, che allora era primo cittadino di quel comune casertano diventato noto alle cronache per aver dato i natali e aver ospitato, fino alla cattura, il boss dei Casalesi Michele Zagaria. Zara accusò il suo vice di averlo pesantemente minacciato nel corso di un incontro al campo sportivo di Casapesenna; un incontro fissato dopo che Zara aveva rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa in cui, commentando la cattura di tre latitanti dei Casalesi facenti parte dell’ala stragista del clan guidata da Giuseppe Setola, auspicava che anche il boss Zagaria fosse presto stanato dalle forze dell’ordine. Durante l’incontro allo stadio, cui prese parte anche l’allora consigliere comunale Luigi Amato, Fortunato Zagaria citò il boss e disse a brutto muso a Zara: «fai la fine di Tonino Cangiano», ex assessore di Casapesenna gambizzato dalla camorra nel 1988 e morto nel 2009 dopo vent’anni passati sulla sedia a rotelle. Per la Dda di Napoli quelle parole rappresentavano un chiaro messaggio inviato dal capoclan, allora latitante, a Zara. Questi restò sindaco solo per pochi mesi, tra l’aprile 2008 e il febbraio 2009, quando fu sfiduciato dalla sua stessa maggioranza; una caduta che secondo la Procura non fu “politica», ma sarebbe stata voluta proprio dal boss Zagaria, a causa della politica di contrasto al clan portata avanti da Zara e perché questi, più volte in pubblico, aveva auspicato che il boss, allora latitante, fosse appunto catturato. Fortunato Zagaria, dopo la breve parentesi Zara, tornò di nuovo sindaco per la terza volta – lo era già stato tra il 1998 e il 2008 – ma nel 2012 fu arrestato proprio sulla base della denuncia di Zara. Nel corso del processo, all’ex sindaco Zagaria è stato contestato, sulla base delle dichiarazioni di alcuni pentiti, il concorso esterno in camorra; per la Dda partenopea infatti, Zagaria sindaco avrebbe costituito la longa manus del boss omonimo nell’ammini – strazione cittadina e nel settore degli appalti pubblici. Un’impostazione che ha ampliato la contestazione originaria di violenza privata, cui però la Corte non ha aderito, escludendo il concorso esterno e assolvendo per questo capo Fortunato Zagaria con formula piena, perché il fatto non sussiste. Alla fine, l’ex sindaco è stato condannato solo per l’episodio dello stadio, ma non con l’aggravante di aver favorito il clan, ma solo di aver usato modalità tipicamente mafiose.

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