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CASERTA – Si era recato nel carcere di Carinola per la messa della domenica per i detenuti, ma il prete non ha potuto celebrare il santo rito, perché è stato fermato sull’uscio dalla Polizia Penitenziaria che gli ha scoperto addosso 9 cellulari.

I telefonini, di cui 8 microapparecchi e uno smartphone, erano stati ben nascosti in alcune buste di tabacco. Nelle confezioni, ben occultati, c’erano anche altrettanti caricabatterie e cavetti Usb. Tutto l’occorrente, insomma, per poter telefonare, fare videochat o scattare selfie e foto da spedire a chissà chi. A segnalare l’accaduto è l’Unione dei Sindacati di Polizia Penitenziaria (Uspp), che rende noto che ora in corso anche un’indagine dell’autorità giudiziaria.

“L’episodio evidenzia ancora una volta la necessità di dotare la Penitenziaria di strumenti tecnologicamente avanzati, anche in grado di schermare gli istituti di pena, per contrastare questo fenomeno». Così, Moretti e Ciro Auricchio, presidente e segretario regionale dell’Uspp, commentano la notizia.

«Grazie agli sforzi finora profusi – continuano i due sindacalisti – la Polizia Penitenziaria, malgrado i turni massacranti e le scarse risorse, riesce comunque ad arginare i tentativi fraudolenti di introduzione sia di telefonini sia di droga, evitando così gravi ripercussioni per l’ordine e la sicurezza interna. Complimenti ai colleghi del carcere di Carinola».

«Ieri – rendono noto i due sindacalisti – c’è stato anche un tentativo di evasione di due detenuti, nel carcere di Bellizzi Avellino, che intendevano darsela a gambe attraverso un foro. Per fortuna gli agenti sono riusciti a sventare anche questo episodio a testimonianza della grande professionalità della polizia penitenziaria”.

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