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Napoli – Corruzione e turbata libertà degli incanti. Questa l’accusa per 5 funzionari pubblici e imprenditori raggiunti da ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli ed eseguita dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, al termine di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea. L’accusa è legata a una gara di appalto indetta dal Comune di Nola per l’esecuzione dei lavori di riqualificazione urbana ed ambientale delle frazioni di Piazzolla e Polvica, completamento delle reti fognarie di quel Comune e del collettore San Giuseppe Vesuviano-Piazzolla.L’inchiesta scaturisce dall’indagine dalla stampa convenzionalmente denominata ‘The queen’, nel cui ambito erano state riscontrate irregolarità riguardanti varie gare di appalto, di committenza pubblica, gestite da Enti pubblici delle Province di Napoli, Caserta e Benevento, facendo emergere la sistematica operatività di ‘colletti bianchi’ in grado di incidere in maniera determinante sull’aggiudicazione di dette procedure ad evidenza pubblica, in favore di imprese ‘predesignate’. In particolare, nell’ordinanza vengono contestate condotte di turbata libertà degli incanti e corruzione al Responsabile Unico del Procedimento (R.u.p.) della gara, Gustavo Anaclerio, il quale, attraverso l’intermediazione di Antonio Sommese (detto Antonello) – collaboratore dell’assessore allo Sviluppo e Promozione del Turismo della Regione Campania pro-tempore Pasquale Sommese – e dell’imprenditore di Melito di Napoli Luigi Marrone, è gravemente indiziato di avere consegnato in anteprima agli ingegneri Guglielmo La Regina e Umberto Perillo documenti riservati inerenti alla gara di appalto. Tale condotta, secondo quanto contestato, avrebbe così consentito ai suddetti professionisti di redigere l’offerta tecnica in termini maggiormente vantaggiosi rispetto ai concorrenti garantendo l’aggiudicazione della gara al Raggruppamento Temporaneo di Imprese denominato ‘Icoop impregivi’ degli imprenditori edili Antonio Piccolo di Casapesenna e Pasquale Viro di Afragola. Altresì, la contestazione cautelare riportata in ordinanza concerne anche le condotte commesse dal Presidente della commissione di Gara – Funzionario tecnico del Provveditorato Interregionale OO.PP. della Campania, Molise e Basilicata – Catello Esposito, accusato di avere colluso con i partecipanti. Altresì, i fatti di corruzione vengono imputate ad Anaclerio i favore del Rup, per una tangente di circa 70.000 euro, e da Antonio Sommese, per una somma di 15.000 euro, destinata poi a finanziare la campagna elettorale di Pasquale Sommese per le elezioni regionali del 2015. Gustavo Anaclerio, Luigi Marrone, Antonio Piccolo e Pasquale Viro sono risultati destinatari della custodia cautelare in carcere, mentre nei confronti di Catello Esposito sono stati applicati gli arresti domiciliari.

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