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«Vorrei solo capire il perché? Perché sono al centro dell’attenzione: forse perché faccio troppo bene il gratuito? » Sono le domande che da lunedì si pone la donna di 52 anni di Torre del Greco (Napoli) che ai carabinieri della stazione Centro della città vesuviana ha denunciato di essere stata vittima di un’aggressione da parte di due donne a bordo di un’auto, durante la quale è stata raggiunta alla faccia da un liquido urticante che le ha procurato una «dermatite da caustici con severo edema del volto e dolorosa congiuntivite» giudicata guaribile in quindici giorni.

Lei, come ha raccontato ai militari dell’Arma, era in via Vittorio Veneto, all’altezza dell’incrocio con via Circumvallazione, quando una macchina di colore grigio si è accostata e la donna al volante le ha fatto un gesto: «Un segno, di quelli che si usano per chiedere un’informazione – prosegue la vittima – senza proferire alcuna parola. Mi sono avvicinata, ho notato due signore con la mascherina. Quella seduta al lato passeggero mi ha gettato contro un liquido prima che la macchina riprendesse la propria marcia senza che mi venisse urlato contro nulla. In un primo momento ho pensato che si trattasse di acqua sporca. Per questo sono tornata a casa emi sono lavata il viso insistentemente. Poi ho ripreso l’attività frenetica di tutti i giorni, questa volta con un’amica, alla quale ho raccontato l’accaduto».

Il quadro è peggiorato nel corso delle ore successive: «La mia amica mi ha avvisata che notava evidenti gonfiori, in particolare all’altezza degli occhi. Mi sono recata da un’amica dottoressa, che quando mi ha visto ha pensato che fossi stata picchiata. Mi ha consigliato di andare in ospedale, ma al Maresca di Torre del Greco ho trovato tante persone al pronto soccorso. L’attesa è stata lunga, forse c’erano casi più gravi del mio, tanto che è poi arrivato un medico amico di famiglia che mi ha prelevato, mi ha effettuato iniezioni di cortisone e mi ha dato degli antistaminici. È lui che ha redatto il referto che ho poi consegnato ai militari dell’Arma in sede di denuncia».

Alla domanda se abbia qualche sospetto, la donna risponde: «No, non mi piace averne. Vivo nel sociale, collaboro col Comune e con diverse associazioni: aspetti questi che in passato mi hanno portato a subire minacce telefoniche e sui social. Spesso ho denunciato, altre volte ho preferito cambiare numero, altre volte ancora ho bloccato i contatti molesti. E talvolta ho preferito perfino non rispondere. Forse sbagliando. Ecco allora che alle donne dico di denunciare, mentre alle forze dell’ordine chiedo di intensificare i controlli. Sono impegnata anche contro il fenomeno del bullismo tra i minori e non nascondo che a volte, insieme ad altri genitori, ho organizzato delle sorte di ‘rondè che ci hanno portato a scoprire giovani che spaventavano e minacciavano ragazzi più piccoli di età».

Quello di Torre del Greco – le cui motivazioni sono ancora tutte da chiarire soprattutto se si tratti di una spedizione punitiva – è solo l’ultimo di una catena di episodi che hanno evidenziato una situazione di insicurezza tra Napoli e provincia con una serie di fatti che hanno provocato sconcerto nell’opinione pubblica.

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