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Il porto di Napoli

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NAPOLI – Ancora un morto sul lavoro, questa volta all’interno del porto di Napoli: la vittima è un marinaio di 45 anni, Gaspare Davì, originario di Trapani, sposato e con due figlie.

Il fatto risale a sabato sera: erano circa le 20, l’uomo stava lavorando a bordo della nave Antares della Gny e stava ultimando le manovre di carico prima della partenza, quando è rimasto schiacciato dalla ralla, intenta a posizionare un semirimorchio. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’uomo non si sarebbe accorto della manovra ed è rimasto schiacciato, morendo sul colpo.

I sindacati si dicono sgomenti per l’accaduto ed esprimono cordoglio e vicinanza alla famiglia del marinaio morto, in particolare alla moglie e alle due figlie. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i militari della Capitaneria di Porto. La procura ha aperto un’inchiesta per accertare le cause dell’incidente.

“E’ importante sottolineare che il nostro sistema portuale è in continua crescita e non bisogna mai fare in modo che questa esigenza vada a danno della sicurezza. Il nostro obiettivo sarà sempre quello della tutela assoluta della sicurezza sul lavoro. Non ci può essere business senza la tutela della sicurezza sul lavoro” ha detto il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale (AdSP) del Mar Tirreno Centrale, Andrea Annunziata.

“Nell’esprimere il nostro più profondo cordoglio alla famiglia del lavoratore, chiediamo a voce alta che si mettano in campo tutti gli strumenti per arrestare queste terribili tragedie senza fine”. Così la Filt-Cgil nazionale, secondo la quale non è più sopportabile parlare di incidenti sul lavoro. Sono necessari investimenti per le lavoratrici e i lavoratori che garantiscano la loro sicurezza sul lavoro che non va vista come un costo, ma come una risorsa. Tuttavia si continuano a cancellare regole e diritti come la decurtazione dell’indennità di malattia nei confronti dei lavoratori marittimi prevista dalla scorsa finanziaria.Vanno rafforzati gli organismi di controllo e di ispezione. Abbiamo bisogno – dichiara infine la Filt Cgil nazionale – di azioni concrete con la messa in campo di risorse da parte delle istituzioni e delle autorità competenti, il quanto mai urgente aggiornamento dei decreti 271 e 272 del 1999 e di ogni intervento per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro”.

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