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NAPOLI – «Negli ultimi anni abbiamo dovuto più volte denunciare una preoccupante battuta d’arresto della stagione concertativa, che ci ha visti in diverse occasioni contrapporci, insieme a Cgil e Uil, alle decisioni assunte dalla Regione Campania. Manca la condivisione delle linee strategiche della prossima programmazione 2021-2027, così come dei progetti attuati nel corso della 2014- 2020, soprattutto per quel che attiene ai risultati occupazionali delle singole misure ed alle ricadute più in generale che esse sono state in grado di produrre». Lo ha detto la segretaria generale della Cisl Campania, Do – riana Buonavita, nella sua relazione al tredicesimo congresso regionale della confederazione. «Non possiamo consentire a questa Giunta – ha aggiunto Buonavita – di sciupare l’occasione di spendere al meglio queste risorse e quelle del Pnrr: siamo pronti a rappresentare in sede di governo europeo tutti gli sprechi, figli di una politica sorda ai bisogni della comunità». «Quelli che più hanno subito le crisi e l’incertezza – ha precisato Buonavita – sono il comparto della sanità per un decremento considerevole di personale negli ultimi dieci anni e quello delle autonomie locali. Da mesi ormai si ragiona di PNRR ma, al di là dei proclami e delle buone intenzioni, poco o nulla si vede in Campania. E’da maggio dello scorso anno che attendiamo un confronto con la Regione, dopo che l’Amministrazione di Santa Lucia ha trasmesso al Governo un primo documento di sintesi sulla strategia regionale, mai condiviso né portato a conoscenza delle parti sociali, se non a cose definite».

«Continueremo nella nostra azione di proposta e vigilanza – ha detto ancora la leader regionale della Cisl – nel denunciare sprechi e a stigmatizzare iniziative che non guardano al bene del territorio regionale, ma solo a costruire consensi politici. La Campania ha estremo bisogno di questa iniezione di risorse, per uscire rafforzata da questa crisi e porre le basi per un futuro di crescita, che non ci veda più relegati ai margini dei mercati produttivi, degli scambi commerciali, delle vie nazionali ed internazionali dello sviluppo e desolatamente agli ultimi posti nelle classifiche sui livelli di occupazione, sulla quantità ed efficienza dei servizi alla collettività, sulla qualità di vita. Del resto i pochi ed inefficaci momenti di confronto con i vari Assessori non hanno mai visto su temi come la sanità, il lavoro, la formazione e le politiche attive una progettualità che, partendo da un attento monitoraggio dello stato dell’arte, aspirasse al concreto soddisfacimento dei bisogni delle persone. La mancata lettura dei bisogni è, peraltro, propedeutica alla negazione circa la ripartizione delle risorse pubbliche non più in relazione alla spesa storica, ma tarata all’incrocio dei nuovi bisogni dei cittadini».

«La crisi, inoltre – ha continuato Buonavita – ha fatto emergere con forza la richiesta di flessibilità da parte del sistema produttivo e di adattamento ai cambiamenti in atto da parte delle maestranze. Ma flessibilità non può in nessun modo significare compressione dei diritti dei lavoratori ». Il congresso si conclude oggi.

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