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“In questo momento ci sono sei auto in coda fuori dal Cotugno e due ambulanze. Siamo in ginocchio, è difficile gestire questi numeri, i pronto soccorso sono sempre intasati e i medici sono sempre gli stessi, stressati”. Elio Manzillo, infettivologo dell’ospedale Cotugno di Napoli, si affaccia alla finestra del suo ufficio e fotografa la situazione all’esterno dell’ospedale di lunedì in tarda mattinata, un momento in cui non dovrebbe esserci il picco di accessi, che invece di solito avviene dal venerdì sera e per tutto il week end quando arrivano meno risposte ai cittadini da parte dei medici di base.

Una situazione che in prospettiva dovrebbe migliorare con la zona rossa, ma i prossimi giorni saranno ancora difficili: “Mi aspetto – spiega Manzillo all’ANSA – risposte dalla limitazione degli assembramenti in 10-15 giorni, ma ci sono i tempi fisiologici per vedere la curva abbassarsi. Nei prossimi settedieci giorni mi aspetto un notevole incremento dei contagi, il clima è invernale, il virus si diffonde e quelle scene sul lungomare di Napoli o nelle aree pedonali del Vomero le pagheremo. Ero già spaventato, ma ora lo sono di più”.

Manzillo si sofferma proprio su tutti quelli che hanno affollato le strade a Napoli e in altre città: “Camminare – spiega – in una via affollata è molto pericoloso, le sanzioni devono esserci e su questo le cose non vanno fatte “alla napoletana”, perché purtroppo siamo un popolo che ha bisogno di essere controllato. Ai cittadini dico: è stato un grave errore e non fatelo più, dire che si fa l’ultimo pranzo al ristorante non ha senso, vuol dire che non si è capito il problema. La scelta autolesionista non è personale perché in questo caso include la famiglia, io conosco nuclei familiari interamente infetti”.

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