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Il Governo pensa a un election day tra settembre e ottobre per accorpare le elezioni regionali e amministrative che si sarebbero dovute tenere in primavera e il referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari. Dal Consiglio deiministri arriva il via libera allo slittamento: la finestra elettorale va dal 15 settembre al 15 dicembre per i Comuni, mentre i Consigli regionali che andranno a scadenza il 31 maggio sono stati prorogati fino al 31 agosto e il voto potrà quindi essere fissato al più presto per domenica 6 settembre e, al più tardi, per domenica 1 novembre. L’idea del Governo è quella di concentrare le elezioni a fine settembre (domenica 20 o domenica 27), evitando di rischiare nuovi rinvii dettati da una possibile seconda ondata del Co- Vid-19 in autunno. “A seguito del decreto si apre la possibilità per una convocazione di tutte le consultazioni elettorali per la seconda metà di settembre in un unico ‘Election Day’ – azzarda il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà – In questo modo si metterebbe al centro la salute dei cittadini, oltre a rendere possibile un risparmio economico per le casse dello Stato, garantendo anche il pieno esercizio dei diritti politici e provocando un minore impatto sull’anno scolastico 2021”. Subito, però, arriva lo stop dei governatori di Campania, Puglia, Liguria e Veneto. Vincenzo De Luca, Michele Emiliano, Giovanni Toti e Luca Zaia accusa – no il Governo di aver “cancellato” la finestra di luglio, “sulla quale erano state consultate, con esito positivo, molte delle Regioni che andranno al voto”. “Spiace che il Governo abbia approvato un diverso Decreto senza alcun ulteriore confronto”, sottolineano, ribadendo “la necessità” di garantire agli elettori il diritto a esprimersi nei tempi più rapidi possibili, compatibilmente con l’anda – mento della epidemia e insistendo “ulteriormente” sulla necessità di allargare la finestra di voto al mese di luglio. “In ogni caso è comune intendimento delle nostre Regioni – è la sottolineatura – convocare i cittadini al voto nella prima data utile consentita dal provvedimento del Governo”. In effetti il testo entrato in Consiglio dei ministri prevedeva la possibilità di votare dal 12 luglio a novembre. Diversi però i ministri, viene spiegato, contrari al voto in piena estate. Tra loro Roberto Speranza che avrebbe insistito per non dare il via libera a una campagna elettorale mentre si dice no al ritorno a scuola e affinché a Regioni e Comuni fosse concesso il tempo necessario per dotarsi di tutti i dispositivi di protezione che serviranno per svolgere in sicurezza le operazioni di voto. “Lo svolgimento delle elezioni richiede non solo che sussistano condizioni di sicurezza sanitaria il giorno fissato per il voto, ma anche che sia assicurato il pieno ed effettivo esercizio dei diritti politici nella fase precedente, durante la quale si raccolgono le firme per presentare le candidature e si svolge la campagna elettorale. Queste condizioni – taglia corto D’Incà – non sono compatibili con la convocazione di elezioni prima di settembre”.

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