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NAPOLI – TORINO 2 – 1

NAPOLI: Ospina 6,5 , Di Lorenzo 7, Manolas 7, Maksimovic 7, Hysaj 6, Ruiz 6, Lobotka 6 (80’ Allan s.v.), Zielinski, Politano6,5 (84’ Elmas s.v.), Milik 6,5 (74’ Mertens 6,5), Insigne 7.In panchina: Meret, Karnezis, Demme, Rui, Callejon, Lozano, Luperto, Ghoulam.
All. Gennaro GATTUSO 7
TORINO: Sirigu 6, Izzo 5, N’Koulou 5, Bremer 5,  De Silvestri, Rincon 5 (84’ Verdi s.v.), Baselli 5 (66’ Meitè 6), Ansaldi 5, Lukic 5, Zaza 4 (84’ Edera 6), Belotti 6.
In panchina: Ujkani, Rosati, Lyanco, Singo, Edera, Berenguer, Meite, Verdi, Djidji, Aina, Adopo.
All. Moreno LONGO 5
Arbitro: Mariani di Aprilia 6,5
Guardalinee: Bindoni e Caleari – Quarto uomo: Abbatista – VAR: La Penna – Avar: Giallatini Marcatori: 20’ Manolas (N), 83’ Di Lorenzo (N), 91’ Edera (T)

Note: terreno in ottime condizioni, leggermente scivoloso causa la bagnatura pre-gara. Spettatori circa ventucinquemila. Ammoniti: Rincon (T), Zaza (T), Ansaldi (T), Allan (N). Calci d’angolo 7 a 1 per il Napoli. Recuperi: 1’ e 4’.

NAPOLI. La ragione era ed è dalla parte di Gattuso che aveva chiarito sin dalla vigilia che la partita contro il Torino fungeva da prova del nove, per sapere i margini di miglioramento, o, visti i tempi, di guarigione: voleva provare come funzionava la linea difensiva, per essere capaci di resistere agli attacchi degli spagnoli al Nou Camp, e il risultato è stato soddisfacente, almeno fino alla distrazione del recupero (gol della bandiera dei granata); aveva bisogno di conferme dagli ultimi venticinque metri, per saggiare la capacità offensiva del Napoli, e, forse, ha ricevuto qualche segnale negativo dalla imprecisione che ha caratterizzato le numerose occasioni da rete collezionate, soprattutto nell’immediatezza del ritorno della semifnale di Coppa Italia, di giovedì prossimo contro l’Inter. Tutto sommato un allenamento, nulla togliendo alla pochezza di un Toro per niente rivitalizzato da Longo e precipitato dopo sei sconfitte consecutive in un triste capitombolo all’indietro, propedeutico per le sfide che decideranno non solo il futuro europeo dei partenopei, ma anche la conferma di Rino alla guida degli azzurri, tema, quest’ultimo, che tiene banco soprattutto dopo i risultati positivi che sta inanellando la squadra cara al Presidente De Laurentiis. Intanto le dichiarazioni del dopo partita, sono all’insegna del continuare a lavorare, di perseguire la strada intrapresa, di non cullare sogni, se non all’indomani di traguardi di fatto raggiunti. Cosa ha determinato questa inversione di tendenza del Napoli? Sufficiente evidenziare solo il pugno duro e fermo del tecnico, oppure altri fattori hanno causato questi progressi evidenti e significativi? Il non gradimento delle sedute di allenamento della gestione Ancelotti, la definitiva posizione degli atleti in campo, in primis, quelli della catena di sinistra, che si chiami Rui o Hysaj colui che difende su quella fascia, ma sempre avendo come interlocutore l’Insigne a tutto campo, in grado di dialogare con loro oppure di alzare la testa e lanciare negli spazi, le ali che tagliano come fendenti l’area avversaria, che siano Politano o Callejon, e fidando nella presenza del jolly Mertens, del quale , confermato pure dal trainer, non se ne può fare proprio a meno, nel presente, come, lo si spera, anche nel futuro. Possibile che in un semplice quarto d’ora , alla prima palla giocabile, si sposta sulla sinistra, e con un tocco da puro regista, lancia la sfera vedendo il fluidificante Di Lorenzo ( sempre ok in fase offensiva, un po’ meno in quella di terzino difensore ) inserirsi, e servirgli un comodo pallone da spingere in rete? Ebbene sì, Napoli ed i suoi tifosi meritano questo ed altro, e non potevano dover tacere in un annata che lo voleva, parole dell’ex allenatore, “lottare e, convintamente, per lo scudetto”: ora si stanno stagliando all’orizzonte alcuni obiettivi, e, con il giusto spirito, tralasciando presunzione e spavalderia, ci si può avvicinare, seguendo la semplicità e l’immensa saggezza tattica di Gattuso, affrontando determinati e compatti ogni tipo di avversario.

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