X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

È morto l’altra notte a 80 anni monsignor Comincio Lanzara, il cui nome è legato a molte tappe della storia della Chiesa salernitana. Nato a Salerno il 9 gennaio 1940, compiuti gli studi teologici presso il Seminario Regionale di Salerno, fu ordinato nella Cattedrale di Salerno il 29 giugno 1964 dall’Arcivescovo Monsignor Demetrio Moscato. Nel suo lungo ministero fu Cerimoniere, Economo Curato della Parrocchia Maria Ss. della Consolazione, Vicario parrocchiale presso la Parrocchia Ss. Crocifisso in Salerno, Vicario parrocchiale presso la Cattedrale di Salerno, Economo Curato presso la Parrocchia di Calvanico. Svolse anche gli incarichi di Assistente diocesano di Azione Cattolica juniores e del Movimento Studenti. Fu Direttore della Caritas diocesana nei difficili anni del post terremoto, quando non c’era ancora nemmeno la Protezione Civile e la neonata istituzione caritativa dei vescovi italiani sperimentava sul campo le prime difficili prove di organizzazione di una solidarietà non più improvvisata. Fu Direttore della Colonia S. Giuseppe, realtà che aveva visto nascere come realtà di accoglienza dei ragazzi orfani nel secondo dopoguerra. “Senza voler esagerare si è potuto fare una stima: sono passati dalla Colonia oltre 40mila ragazzi e forse 50mila – ha lasciato scritto in un libro don Comincio – Un piccolo grande esercito di giovani che, nell’arco di tempo di oltre mezzo secolo, ha fatto della Colonia un punto di riferimento per i giovani del Mezzogiorno, dell’Italia e non solo. Nel 2009 era stato nominato rettore della Chiesa di S. Giorgio e nel 2018 Rettore della Chiesa di S. Benedetto, sempre nel centro storico di Salerno.

Nelle foto che hanno fatto la storia di Salerno, lo ritroviamo sempre sull’altare nei momenti più importanti. C’era lui nelle due visite di San Giovanni Paolo II a Salerno. La prima il 26 maggio del 1985, in occasione dei 900 anni della morte di papa Gregorio VII, quando papa Wojtyla visitò la Cattedrale e celebrò la messa in piazza della Concordia, dinanzi ad una mare di gente. C’era anche in occasione della seconda visita il 4 settembre 1999, quando Giovanni Paolo inaugurò il seminario metropolitano di Salerno a lui intitolato nel nuovo plesso di Pontecagnano Faiano. I funerali di don Comincio si svolgeranno questa mattina alle 9.30 presso la Cattedrale di San Matteo.

Molto dolore e apprensione provocò a don Comincio Lanzara la vicenda giudiziaria che lo vide coinvolto per la vicenda della Colonia S. Giuseppe, insieme con l’allora arcivescovo Pierro, tecnici e consulenti.
I giudici della Corte d’Appello «salvarono» monsignor Gerardo Pierro, fecero un piccolo «sconto» a don Comincio Lanzara e Giovanni Sullutrone, rispetto alla sentenza di primo grado, e condannarono tutti gli altri imputati che erano stati assolti in primo grado. Per alcuni capi di imputazione, che riguardavano la truffa e l’abuso edilizio, fu applicata la prescrizione.
Fu una sentenza clamorosa, perché ribaltò la decisione di primo grado e respinse le richieste del pg che, contrariamente al collega di primo grado Roberto Penna, aveva chiesto l’assoluzione per tutti. La Cassazione, poi, chiuse la vicenda applicando la prescrizione per i reati commessi. I fatti riguardarono l’Angellara Home, la ex colonia San Giuseppe che, secondo la Procura, era stata trasformata in albergo. Sotto la lente degli inquirenti finirono le false dichiarazioni sull’accatastamento della struttura registrata come collegio-convitto-ospizio-orfanotrofio invece che come albergo o pensione. In particolare queste accusa riguardarono Lanzara che, da amministratore del seminario, avrebbe presentato nel giugno del 2007, a firma di Rizzo, responsabile amministrativo diocesano, la richiesta di accatastamento come albergo della struttura sulla base dei grafici redatti da rago. Una falsa attestazione, secondo i giudici, per poter procedere nel cambio di destinazione dell’edificio.
Fu inoltre deciso che il finanziamento regionale incassato dalla Curia per l’Angellara home dovesse essere restituito all’erario. Lo stabilì la Corte dei conti, precisando che «sussiste la legittimazione passiva dell’Arcidiocesi, quale ente beneficiario dei contributi ed interessato alla relativa procedura, nonché a quella di esecuzione delle opere ammesse a contributo». La cifra del danno erariale era ingente: 2.446.723 euro, che costituivano i fondi chiesti per l’ex colonia San Giuseppe e confluiti invece nella realizzazione di un albergo a quattro stelle. «È andata via una grande figura della chiesa salernitana – dice il suo legale Lorenzo Lentini – un uomo che ha fatto anche tanto per i ragazzi».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE