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Il futuro ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner

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Sulle regole fiscali torna a dividersi l’Europa. La nuova coalizione tedesca dovrà decidere se appoggiare il rigore nordico o la flessibilità del Sud Europa (Italia, Francia, Spagna, Grecia), sulla riforma del Patto di stabilità. La Germania sembra, per ora, aperta a ridiscutere le regole di bilancio. Mentre i Paesi frugali, capitanati dal premier olandese Mark Rutte, insistono già da mesi sul ritorno alle regole rigide del Patto di stabilità, sospese durante la pandemia, senza modificare i trattati.

L’ATTACCO DEI FRUGALI

A settembre Olanda, Austria, Svezia, Danimarca, Lettonia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Finlandia avevano scritto una lettera ai ministri delle Finanze Ue ribadendo un netto «no a qualsiasi modifica delle norme Ue su deficit e debito pubblico».

Sempre in quel documento i frugali offrivano la loro disponibilità a rivedere le misure di applicazione delle regole, sottolineando però la loro contrarietà alla modifica dei trattati. Da una parte, i frugali sono convinti che la riduzione del rapporto debito/Pil debba restare un obiettivo comune e si ritengono aperti al dibattito sul miglioramento della governance economica e fiscale.

Dall’altra, però, per loro la discussione deve riguardare solo semplificazioni e adattamenti che favoriscano «un’applicazione coerente, trasparente e migliore, nonché l’applicazione delle regole». Nei mesi scorsi, infatti, i frugali hanno insistito sul fatto che «la disattivazione della clausola generale di salvaguardia e una possibile riforma del Patto di stabilità e crescita non dovrebbero essere collegate».

I Paesi nordici ritengono poi che si debba procedere con calma sui negoziati per la riforma del patto di stabilità. «Le discussioni sul miglioramento dell’attuale quadro della governance economica richiedono molto tempo e dovrebbero basarsi su ampie consultazioni da parte della Commissione. La qualità è più importante della velocità», scrivevano a settembre i frugali.

IL PRESSING AUSTRIACO

Dopo una riunione con i ministri per l’Economia Ue, però, il ministro delle finanze austriaco, Gernot Blümel, ha chiesto un rapido ritorno alle regole fiscali del Patto di stabilità e crescita. «Per assicurarsi che l’inflazione non continui a galoppare o che si debbano alzare i tassi d’interesse o si debbano prendere altre misure monetarie come ultima risorsa», aveva detto Blumel al giornale austriaco der Standard. Blümel è molto preoccupato per l’alto tasso di inflazione nell’Eurozona, che potrebbe portare la Bce a fermare la sua politica monetaria espansiva.

Questo, a sua volta, potrebbe mettere ulteriore pressione sui Paesi ‘Ue con un elevato tasso di debito. Il rischio è che se tali misure venissero prese, alcuni Paesi Ue avrebbero difficoltà a ridurre il loro debito pubblico. Allo stesso tempo, il ministro austriaco ha affermato di avere «la più completa fiducia nella politica della Bce» e nella sua politica di tassi zero.

Sui mercati finanziari invece, Blumel ritiene che «se hanno l’impressione che un Paese abbia superato la sua sostenibilità del debito, questo potrebbe diventare un problema». L’economista della Bce, Philip Lane, ha però rassicurato che l’attuale fase d’inflazione «è solo temporaneo e non è un segno di una situazione cronica».

LA CONSULTAZIONE UE

Lo scorso 19 ottobre la Commissione europea ha lanciato una consultazione su una riforma del Patto di stabilità e crescita e il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni, oggi si è appellato alla nuova coalizione tedesca per portare avanti i negoziati. «Mi aspetto la consapevolezza che è necessario raggiungere un consenso affinché le regole di bilancio siano realistiche – ha detto Gentiloni al giornale Augsburger Allgemeine – Il ruolo del governo tedesco sarà molto importante». Secondo Gentiloni, «l’elevato debito nazionale degli Stati dell’Eurozona potrebbe essere ridotto solo molto lentamente in vista delle ricadute economiche del Covid senza mettere in pericolo la ripresa economica».

Nel loro accordo di coalizione, i tre partiti che formano il nuovo governo tedesco hanno concordato di rafforzare l’unione economica e monetaria della Ue e hanno mostrato una certa apertura a riformare le regole fiscali dell’Ue, ossia il Patto di stabilità e crescita. Per questo Gentiloni ha detto di contare su un compromesso con Christian Lindner, il leader dei Liberali e Democratici tedeschi (Fdp), indicato come nuovo ministro delle Finanze per il governo tedesco.

IL RIGORE TEDESCO

Secondo uno studio del Think Tank European Council on Foreign Relations, condotto da Piotr Buras e Jana Puglierin, il rigore economico tedesco riscuote ancora consenso nella Ue. «Nonostante abbia perseguito un’agenda di austerità durante la crisi, la leadership tedesca sulla politica economica nella Ue ha un notevole sostegno». Questo, stando al sondaggio, è quanto si sostiene in Ungheria, dove il 50% degli intervistati ha confermato il sostegno alla leadership tedesca e in Spagna, dove poco meno della metà ha questa opinione (45%). Nei Paesi Bassi il 43%. Sostegno più basso in Italia (24%).

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