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Reed Hastings durante l'inaugurazione della sede romana di Netflix

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Un esercito di giornalisti scodinzolanti ed eccitati ha riportato con smodato entusiasmo lo sbarco a Roma, venerdì scorso, di Netflix, visitando la sede italiana in lungo e in largo e facendosi coccolare con biscottini e gadget, fotografandosi con tutti, dando come sensazionale la presenza a sorpresa del suo guru, Reed Hastings, il fondatore di questa impresa dalla grande N rossa.

A noi sembrava assurdo che, in un momento di crisi dell’azienda (i dati sulla flessione degli ultimi mesi sono a portata di tutti), l’AD non ci mettesse la faccia rassicurando il mercato, inaugurando la sede europea in una città come Roma, nel Paese che, dopo l’America, vanta il numero di abbonamenti più alto: 5 milioni.

La presenza sul palco di Hastings era invece piuttosto prevedibile, ma non per i fan dalla penna rossa. Come si riprenderà Netflix dal calo di fatturato è noto: a breve verrà introdotto un abbonamento “small” con l’inserimento della pubblicità, non all’interno del film o della serie ma all’inizio, senza possibilità di “skippare”.

Netflix mette le mani su Roma perché non è una città qualunque: è Roma. Per il radicamento e lo sviluppo di una politica “interna” che la sua deus ex machina sta brillantemente portando avanti da mesi, ovvero Tinni Andreatta, ex capo di Rai Fiction.

Nel giro di pochissimo, la figlia del grande statista Beniamino, ha formalizzato accordi con David di Donatello (Becoming Maestre), con il Solinas (la factory più prestigiosa sulla sceneggiatura), è entrata in Anica come società di produzione e guarda con interesse ai 300 milioni di euro del PNRR destinati a CineCittà e gestiti dal manager Nicola Maccanico, altro figlio di statista della Prima Repubblica, che non farà mancare appoggio ad una grande realtà del genere.

Nel frattempo Netflix vince a Venezia (con Jane Campion e Paolo Sorrentino), stravince ai David (miglior regia e miglior film a Sorrentino) e mette giustamente le tende nella Città Eterna. Per quale motivo Reed Hastings non avrebbe dovuto prendere un jet privato dal Massachusetts e farsi un weekend nella Capitale?


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