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"A casa tutti bene" e "Le fate ignoranti" le migliori serie dell’anno

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I NASTRI d’Argento, da sempre uno dei premi più prestigiosi del cinema italiano, dallo scorso anno si sono aperti alle serie TV. In tempi di magra, con il cinema in crisi profonda, alcuni giornalisti cinematografici riuniti sotto l’acronimo di Sngci (dove “S” sta per sindacato, ma non pensate ad un film di Ken Loach) hanno deciso di guardare verso altri lidi: le piattaforme e Rai Fiction.

In un attimo siamo così tornati ai tempi del Telegatto. Nei giorni scorsi a Napoli, la presidentessa Laura Delli Colli (da circa 25 anni alla guida del “sindacato” e titolare delle onorificenze) ha premiato tutto il premiabile, circa 15 titoli da Vita da Carlo (Amazon) a Strappare lungo i bordi (Netflix), Le Fate Ignoranti (Disney+) compresi titoli di Rai Fiction (Doc, Bangla, ecc…) e Sky (A casa tutti bene) per non fare torto a nessuno. Tutte serie tv migliori in qualcosa, vivisezionate in sottogeneri per poter far salire sul palco tutti i principali broadcaster.

Stesso marchio, stessi giornalisti cinematografici che, tra pochi giorni a Roma spenderanno parole sublimi e accorate sull’importanza della sala e della magia del grande schermo, premiando quel che resta del cinema. Praticamente smentendosi da soli, visto che Delli Colli in quel di Napoli ha dichiarato rivolgendosi al mondo delle piattaforme: «È la fotografia di un’annata importante che conferma il successo della serialità ma anche l’attenzione crescente dell’industria e non solo del pubblico nei confronti di una produzione che ha cambiato il linguaggio narrativo ma anche le abitudini degli spettatori».

Ad onor del vero Delli Colli ha usato il termine “serialità cinematografica”, che abbiamo però censurato perché definire Doc o Vita da Carlo qualcosa di cinematografico è un grosso errore che genera confusione, commesso per di più dalla stampa. Ognuno è libero di salire sul carro che vuole, noi però crediamo che il Sngci (che riceve pure cospicue somme di denaro pubblico) debba cambiare nome, aggiungendo la dicitura Televisivi. Con il termine sindacato da mettere da parte per cause più nobili.


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