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Il volantino delle Br

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È stata venduta all’asta per 32.760 euro una copia a ciclostile del volantino originale con il quale le Brigate Rosse annunciarono il rapimento dello statista democristiano Aldo Moro e l’uccisione della sua scorta in via Fani il 16 marzo 1978. Il lotto numero 43 del catalogo “Autografi & Memorabilia” è stato aggiudicato oggi pomeriggio durante la vendita organizzata dalla casa d’aste Bertolami Fine Arts di Roma, che nelle scorse settimane era stata preceduta da numerose polemiche.

Stimato da Bertolami 1.500 euro, il volantino è partito in asta oggi da una base di 13.000 euro, cifra massima raggiunta dalle pre-offerte su internet. Dopo una serie di continui rilanci, il prezzo del martello si è fermato a 32.760 euro (diritti d’asta compresi) e il volantino del gruppo terroristico è stato aggiudicato ad un collezionista privato collegato al telefono, che ha chiesto di restare anonimo.

Il volantino (misura cm.33×22), con 80 righe di testo scritte su entrambe le pagine, fu distribuito all’indomani del rapimento dello statista democristiano: si tratta di una delle numerose copie che furono distribuite dai militanti del gruppo terroristico in quel marzo di 44 anni fa. Il volantino con intestazione Brigate Rosse e la stella a cinque punte all’interno di un cerchio, inizia recitando: “Giovedì 16 marzo un nucleo armato delle Brigate Rosse ha catturato e rinchiuso in un carcere del popolo Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana…” E si chiude con la data “16/3/78” e la firma “Per il Comunismo Brigate Rosse”.

In seguito alle polemiche politiche sollevate dall’annuncio della vendita, si è mossa la Direzione Generale Archivi del Ministero della Cultura, guidato da Dario Franceschini, che ha disposto una verifica sul ciclostile del ‘Comunicato n.1’ delle Brigate Rosse al fine di verificarne la peculiarità e l’interesse. Nel fascicolo “Moro uno” della Corte di Assise di Roma, studiato e digitalizzato dalla stessa Direzione Generale Archivi nell’ambito del “Progetto Moro”, risultano già presenti infatti 41 esemplari ciclostilati originali del ‘Comunicato n. 1’. Gli ispettori ministeriali hanno verificato che si tratta di una delle tante copie ciclostilate. Anche la Digos della Questura di Roma ha svolto indagini per conto della Procura.

(Paolo Martini, Adn Kronos)


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