X
<
>

il premier inglese Boris Johnson

Condividi:
1 minuto per la lettura

LONDRA – Almeno una trentina di cittadini dell’Unione europea, fra cui anche italiani, tedeschi, greci, rumeni e spagnoli, soprattutto giovani, sono stati bloccati alla frontiera in Gran Bretagna e trattenuti in centri di rimozione dopo aver cercato di entrare nel Paese forse per lavorare, senza visto o residenza.

Lo rende noto il sito di notizie Politico citando fonti diplomatiche.

Gli europei sono stati trattenuti nei centri fino a sette giorni prima di essere costretti a rimpatriare, un periodo molto lungo attribuibile anche per la difficoltà a trovare un volo di rientro nel loro Paese a causa dell’epidemia di covid ma che un diplomatico ha definito come “sproporzionato”.

Il ministero degli Interni britannico non ha ancora reso noto quanti siano stati in tutto gli europei trattenuti nei centri dal Primo gennaio.

Le ambasciate dei Paesi europei hanno offerto consulenza legale e sono intervenute per cercare di ridurre la detenzione, ma non tutti gli europei bloccati si sono rivolti alle sedi diplomatiche. Molti dei ragazzi fermati cercavano di entrare in Gran Bretagna per lavorare alla pari nelle famiglie o cercare lavori “low skilled” per un breve periodo di tempo.

Dopo la Brexit i cittadini europei possono entrare in Gran Bretagna per lavoro solo con un visto o nel quadro dell’Ue Settlement Scheme che riguarda chi viveva nel Paese prima della Brexit. Altrimenti, gli europei possono entrare per turismo e rimanere per 90 giorni al massimo.

Ma la polizia di frontiera mantiene il diritto di respingere europei se ci sono ragionevoli dubbi circa la loro intenzione di lavorare durante il loro soggiorno.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE