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Anton Giulio Lana

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È ONLINE l’Osservatorio della giurisprudenza CEDU, un valido strumento di consultazione nato da un’intuizione dell’Unione forense per la tutela dei diritti umani e finanziato grazie al contributo della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale.

Ideato per rendere accessibile a tutti (avvocati, magistrati, pubbliche amministrazioni, forze dell’ordine e cittadini) la giurisprudenza della Corte europea, l’Osservatorio (www.osservatoriocedu.it) consiste nella traduzione in lingua italiana delle pronunce della Corte europea diverse da quelle adottate nei confronti dell’Italia (la cui traduzione è realizzata a cura del ministero della Giustizia) e delle risoluzioni del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa. Ricordiamo infatti che le sentenze e le decisioni della Corte europea sono redatte in inglese o in francese, le lingue ufficiali del Consiglio d’Europa.

I temi sui quali si concentra l’attenzione dell’Osservatorio sono i fenomeni migratori, i respingimenti in mare e le pronunce più rilevanti in materia di lotta alla discriminazione. L’intento è quello di sensibilizzare su queste tematiche gli addetti ai lavori ed i cittadini grazie all’organizzazione di seminari, momenti di studio e approfondimento.

Per saperne di più, abbiamo intervistato il presidente dell’Unione forense per la tutela dei diritti umani, il professor Anton Giulio Lana.

Com’è nata l’idea dell’Osservatorio della giurisprudenza CEDU?

La lingua straniera costituisce un ostacolo o una complicazione per magistrati e avvocati, da qui l’esigenza di lanciare questo progetto che consiste nella selezione delle sentenze più significative e nella traduzione delle sentenze più importanti della Corte europea. Sempre di più, l’impatto delle sentenze della Corte assume una certa rilevanza nel nostro ordinamento. Le decisioni adottate dalla Corte europea dei diritti dell’uomo hanno un rilievo maggiore nella giurisprudenza della Corte di Cassazione, dei giudici di merito e della Corte Costituzionale.

Quali sono i criteri con i quali sono e saranno selezionate le sentenze?

Abbiamo concentrato la selezione su temi molto delicati: il Mediterraneo e l’immigrazione.

Chi si occupa della traduzione?

C’è un giurista della Corte europea dei diritti dell’uomo che si occupa della selezione delle sentenze più importanti adottate nei confronti degli Stati diversi dall’Italia. Poi, c’è un gruppo di ricercatori universitari e di professori universitari che si occupano della traduzione a seconda della propria inclinazione. Tra loro, alcuni provengono dall’università di Salerno, altri dall’università di Napoli e altri dall’università di Pisa.

La Fondazione TrasPArenza, nata dalla volontà del professor Enrico Caterini e del professor Ettore Jorio, sarà impegnata come sede regionale dell’Unione forense per la tutela dei diritti umani. Su cosa state lavorando?

Stiamo progettando una serie di iniziative relative alla formazione sui temi dei diritti umani, della povertà, della lotta alla discriminazione. Lo scopo è sensibilizzare il mondo forense e l’opinione pubblica sul tema dei diritti umani. Spero che potremo presto organizzare queste iniziative in presenza.


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