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ROMA – Mentre l’Oms teme che in Europa ci saranno altri 236mila decessi legati al Covid-19 entro il 1° dicembre, continuano a tenere in allerta i dati della pandemia in Italia. Sono 4.257 i nuovi casi e 53 i morti nelle ultime 24 ore. Sono 109.803 i tamponi totali (molecolari e antigenici) effettuati – 113.283 in meno rispetto a ieri – e il tasso di positività balza dal 2,7% al 3,9% in un giorno. E i dati in arrivo dagli ospedali spingono ancora una volta alla prudenza.

Ammontano a 548 i pazienti in terapia intensiva per il Covid nel nostro Paese, 23 in più rispetto a ieri. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari salgono a 4.264, 131 in più nel giro di 24 ore.

Intanto, arriva l’appello al ministero della Salute di neonatologi, pediatri e ginecologi per accelerare la vaccinazione delle donne in gravidanza e in allattamento e bambini di età superiore ai 12 anni per scongiurare possibili rischi gravi anche per donne in gravidanza e bambini. L’appello è sottoscritto da Sin (Società italiana di neonatologia), Sip (Società italiana di pediatria), Sigo (Società italiana di ginecologia e ostetricia) e altre associazioni.

E dall’Organizzazione mondiale della sanità arriva un doppio campanello d’allarme. In primo luogo, si teme che si conteranno altre 236mila vittime di Covid entro il 1° dicembre. L’allarme porta la firma del direttore regionale dell’Oms per l’Europa, Hans Kluge. Che ha definito “profondamente preoccupanti” i livelli di alta trasmissione del virus registrati, dicendo che 33 dei 53 Paesi dell’area Europa dell’Oms hanno riportato nelle ultime settimane un aumento di casi del 10% o più.

Lo stesso Kluge fa sapere che nelle ultime sei settimane in Europa la vaccinazione contro il Covid-19 è rallentata. A suo dire, è preoccupante l’aumento di tassi di trasmissione del virus nelle ultime due settimane combinato con bassi livelli di vaccinazione in alcuni Paesi. Nel contempo, l’Unione europea raccomanda ai 27 Stati membri di reintrodurre restrizioni per i turisti provenienti dagli Usa a causa dell’aumento di contagi di coronavirus nel Paese.

Il Consiglio dell’Ue, nell’ambito della raccomandazione sulla graduale revoca delle restrizioni temporanee ai viaggi non essenziali in Unione europea, ha aggiornato infatti l’elenco dei Paesi per i quali ritiene che le restrizioni ai viaggi dovrebbero essere revocate e ha rimosso dalla lista i seguenti cinque Paesi: Stati Uniti, Israele, Kosovo, Libano, Montenegro e Repubblica di Macedonia del Nord.


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