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La mappa aggiornata dell'Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control)

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ROMA – L’Italia passa tutta in rosso e in rosso scuro nella mappa aggiornata dell’Ecdc sulla situazione epidemiologica Covid-19 in Europa, che continua ad essere basata sulle notifiche di positivi negli ultimi 14 giorni ogni 100mila abitanti e sulla percentuale di positivi sul totale dei test effettuati.

Sono rosse Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna; tutte le altre regioni del nostro Paese sono in rosso scuro. Nella mappa precedente resistevano in giallo solo tre regioni (Puglia, Molise e Sardegna).

Tutta l’Europa è rossa o rossa scuro, le fasce che segnalano la maggior circolazione del Sars-CoV-2, fatta eccezione per la Romania, quasi tutta in giallo, salvo Bucarest, che è rossa, e la regione meridionale dell’Oltenia, che è verde, l’unica in tutta Europa.

La Romania ha vissuto un’ondata molto dura di Covid-19 all’inizio dell’autunno, che ha provocato decine di migliaia di morti e che è stata combattuta con chiusure e restrizioni, dato che i tassi di vaccinazione sono molto bassi. La Commissione Europea ha proposto tempo fa di cambiare i criteri con cui la mappa viene redatta, inserendo i tassi di vaccinazione, ma la raccomandazione non è ancora stata tradotta in pratica.

GIMBE: +80% CASI IN 7 GIORNI

La settimana di Natale ha visto un’impennata di oltre l’80% dei nuovi casi di Covid-19, una crescita del 20,4% di ricoverati con sintomi e del 13% di persone in terapia intensiva. Aumentano anche i decessi: dal 22 al 28 dicembre sono stati 1.024, con una media di 146 al giorno rispetto ai 126 dei 7 giorni precedenti (+16%). Lo rileva il monitoraggio della Fondazione Gimbe.

“Da 2 mesi e mezzo – spiega il presidente Nino Cartabellotta – si rileva un aumento dei nuovi casi, che nell’ultima settimana ha subìto un’impennata, superando quota 320 mila, sia per l’aumentata circolazione virale, sia per l’incremento del numero dei tamponi”.

Nella settimana dal 22 al 28 dicembre si rileva un aumento di nuovi contagi in tutte le regioni, ad eccezione della provincia autonoma di Bolzano e si va dal 9,6% del Friuli-Venezia Giulia al 257,6% dell’Umbria. Mentre in 45 province si registrano oltre 500 casi per 100.000 abitanti.

La Fondazione Gimbe evidenzia come “il sistema di testing è già in tilt, ci sono troppi falsi negativi nei tamponi antigenici e con l’emersione di un numero enorme di casi si rischia un lockdown di fatto, indipendentemente dalla modifica delle regole sulla quarantena”.

Al 29 dicembre l’81,4% della popolazione (48,2 milioni) ha ricevuto almeno una dose di vaccino ovvero 234.253 persone in più rispetto alla settimana precedente, e il 78,1% (46 milioni) ha completato il ciclo. Ma i non vaccinati sono 9,4 milioni di cui 2,3 di over 50 e 3,4 milioni tra 5-11 anni. Mentre la copertura delle terze dosi è al 58,9% con rilevanti differenze regionali.

Il rallentamento dei giorni festivi ha ridotto il numero di somministrazioni tra il 20 e 26 dicembre, in particolare crolla il numero dei nuovi vaccinati over 12 (-47,5% rispetto alla settimana precedente).

«CORSA AL TAMPONE SOVRACCARICA IL SISTEMA»

Nelle ultime due settimane il numero dei tamponi totali è passato da 3.750.804 del 8-14 dicembre a 5.175.977 del 22-28 dicembre (+38%), sia per l’incremento sia dei tamponi rapidi (+38,7%) che molecolari (+36,3%).

Gimbe mette in guardia: “La corsa ai tamponi senza regole sovraccarica il sistema di testing, impedendo di testare con tempi adeguati chi ne ha realmente bisogno”; inoltre, il ricorso sregolato ai tamponi rapidi da parte di soggetti asintomatici contribuisce ad alimentare false sicurezze, visto il 30-50% di falsi negativi. Infine favorisce l’espansione del mercato nero”.


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