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Infrastrutture e programma di lungo termine, l’attuale governo necessariamente dovrà affrontare, a partire dai prossimi mesi del 2025 delle emergenze, dei vincoli imprevedibili apparsi già in tutta la loro gravità già nel dibattito della Legge di Stabilità
Nel campo della pianificazione e della realizzazione di una offerta infrastrutturale in grado di rispondere alle esigenze sempre in evoluzione della domanda di trasporto, oggi noi stiamo usufruendo della intuizione strategica vissuta nel 2001 con quello che ritengo possa definirsi l’ultimo atto pianificatorio di medio e lungo periodo, mi riferisco al Programma delle Infrastrutture Strategiche (PIS) previsto dalla Legge 443/2001 (Legge Obiettivo). Un programma che in questi ultimi 24 anni abbiamo in parte realizzato ed oggi stiamo cercando di completare.
Nel frattempo però non ci eravamo accorti che i cambiamenti, già in corso e quelli previsti in un prossimo futuro, denunciavano già da anni la urgenza di dare vita ad un nuovo approccio programmatico di lungo periodo.
INFRASTRUTTURE E PROGRAMMA DI LUNGO PERIODO
Un approccio legato, essenzialmente, a delle modifiche che sicuramente avrebbero modificato in modo rilevante l’assetto consolidato della offerta infrastrutturale. Questi cambiamenti e queste modifiche non erano e non sono legate ad eventi imprevedibili che sono esplosi in questi ultimi tre anni, mi riferisco alle guerre ed alla pandemia, ma ad eventi legati a:
- La impossibilità per lo Stato di garantire con proprie risorse la infrastrutturazione e la manutenzione del territorio. In merito alla manutenzione il crollo del ponte Morandi a Genova ha fatto capire cosa sia l’invecchiamento delle strutture e, al tempo stesso, ha dimostrato che il “fattore tempo” potrebbe, in qualsiasi momento, mettere in crisi la rete stradale e ferroviaria e, quindi, spegnere la crescita della nostra economia;
- La assenza di invasi e la mancata manutenzione della nostra rete idrica ci ha fatto capire che la siccità produce danni pesantissimi non solo al comparto agricolo, ma anche a quello del turismo e della vasta filiera agroalimentare. In proposito una ricerca dell’Istituto Divulga della Coldiretti ha dimostrato che nel 2023 la carenza d’acqua ha provocato un danno di 92 miliardi di euro soprattutto nei comparti legati proprio al turismo ed all’agroalimentare;
IL PROBLEMA DELLE RETI METROPOLITANE PESANTI E LEGGERE
- La mancata costruzione di reti metropolitane pesanti e leggere (la Legge Obiettivo ha fatto moltissimo consentendo la realizzazione di oltre 200 Km di reti metropolitane, nel 2001 vi erano solo 48 Km), la carenza di reti a servizio sia di grandi che di medie realtà urbane ci ha fatto capire non solo il danno prodotto all’ambiente ed alla incidentalità (oltre il 53% degli incidenti avviene in ambito urbano), ma anche il peso davvero insostenibile nei bilanci delle famiglie, un danno che supera i 48 miliardi di euro all’anno;
- La organizzazione della logistica anno dopo anno si sta arricchendo di fattori innovativi che ritengo, addirittura, rivoluzionari, mi riferisco sia alle forme di digitalizzazione, sia alle nuove modalità di acquisto dei prodotti; nell’arco di un decennio i centri di vendita, specialmente quelli del settore agroalimentare, potrebbero o scomparire del tutto o ridimensionarsi in modo sostanziale; organismi come “Amazon” diventeranno i nuovi siti della vendita al dettaglio.
LA MIOPIA DEI GOVERNI DAL 2015 AD OGGI
Potrei continuare nell’elenco dei cambiamenti già avvenuti e di quelli che sicuramente avverranno e che già oggi stiamo in parte capendo e che sicuramente caratterizzeranno il prossimo futuro, ma penso sia inutile perché i Governi Conte 1, Conte 2 e Draghi, ci hanno fatto capire che la programmazione al massimo va solo annunciata e non attuata e, soprattutto, i possibili scenari devono fermarsi al breve periodo. In realtà questa miopia ha caratterizzato tutti i Governi che si sono succeduti dal 2015 in poi.
Oggi però c’è un fatto nuovo: non è più possibile restare miopi e disegnare scenari legati al medio e lungo periodo ma dare vita a soluzioni e ad ipotesi programmatiche solo di breve periodo.
Non lo può più fare in genere nessun Governo, non lo può più fare, in modo particolare, l’attuale Governo che sicuramente rimarrà in carica fino alla fine dell’attuale Legislatura, cioè ancora per tre anni e, quindi, necessariamente dovrà, a partire dai prossimi mesi del 2025 affrontare intanto delle emergenze, dei vincoli imprevedibili apparsi già in tutta la loro gravità già nel dibattito della Legge di Stabilità. Infatti è apparso ormai evidente, come detto prima, che le risorse dello Stato per la costruzione di una offerta infrastrutturale adeguata alla domanda di mobilità sono ormai finite ed il fatto che si ricorra a poste di programma disponibili solo nel 2027 denuncia chiaramente che in futuro ogni scelta strategica potrà attuarsi solo coinvolgendo capitali privati, ricorrendo cioè a forme di partenariato pubblico privato.
LA PROPOSTA PER IL PROGRAMMA DELLE INFRASTRUTTURE
Quella che vorrei avanzare è una proposta ricca di progetti e di opere come quelle contenute nel Programma delle Infrastrutture Strategiche della Legge Obiettivo?
Penso proprio di no! Ritengo invece che la proposta dovrà essere caratterizzata solo da azioni capaci di rispondere, in modo organico, ad una vera rivoluzione generazionale che vivremo nei prossimi anni:
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