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Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia

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ROMA – “Bisogna essere preparati ai cambiamenti di cui abbiamo contezza e pronti per rispondere agli eventi e sviluppi inattesi”. E’ uno dei messaggi contenuti nelle considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che parlando del Pnrr lo definisce una formidabile sfida al quale devono “partecipare con convinzione famiglie e imprese”, proteggendo i più deboli e tenendo “chiari i costi da sopportare e progressivamente ridurre”.

“Nella media dell’anno l’espansione del PIL potrebbe superare il 4 per cento” ha spiegato Visco precisando che “l’attività produttiva si sta rafforzando” e che ” nel corso dei prossimi mesi, con il prosieguo della campagna vaccinale, vi potrà essere un’accelerazione della ripresa”.

Secondo Visco, in particolare, “una ripresa robusta della domanda nella seconda metà di quest’anno è quindi possibile. Ne sono condizione il proseguimento delle favorevoli prospettive connesse con la campagna vaccinale e il buon avvio del Pnrr”.

Superata l’emergenza, “sarà necessario mantenere il sostegno a chi perde il lavoro. Andranno corrette le importanti debolezze nel disegno e nella copertura della rete di protezione sociale che permangono nonostante le riforme degli ultimi anni; la pandemia le ha rese manifeste, richiedendo l’adozione di interventi straordinari. Siamo ancora lontani dalla definizione di un moderno sistema di politiche attive, in grado di accompagnare le persone lungo tutta la vita lavorativa. Non è solo una questione di risorse stanziate, si tratta di innalzare e rendere più omogenei gli standard delle prestazioni fornite”.

Poi il governatore lancia l’allarme sulla situazione delle banche più piccole che presentano “debolezze strutturali” e che ora con “urgenza” devono “rivedano i propri modelli di attività”. E indica, quali azioni, “la stipula di accordi commerciali con altri operatori, la creazione di consorzi e, non ultime, operazioni di aggregazione” per tali istituti che peraltro sono quelli con una maggiore incidenza di crediti sotto moratoria.

Situazione diversa per gli istituti maggiori significativi che oramai sono in linea per patrimonializzazione e qualità dei prestiti con gli atri paesi. Una “stabile emissione di debito” europeo garantita da “fonti di entrata autonome”, per creare una “capacità di bilancio comune” con una revisione delle regole di bilancio è la proposta del Governatore che – oltre a ribadire la necessità di non ritirare troppo presto le misure di sostegno, anche monetario – si sofferma sul futuro dell’Unione e sulla possibilità di rendere permanente un meccanismo di condivisione del debito come il recovery o lo schema anti-disoccupazione Sure, se le politiche nazionali ne faranno un successo.

Debito comune – spiega Visco – “ben distinto dal debito pregresso dei singoli paesi, che resterebbe responsabilità nazionale” anche se una parte potrebbe entrare in una gestione comune “ad esempio attraverso un fondo di ammortamento. È fuorviante la contrapposizione tra Stato e mercato, che sono invece complementari. Un’economia sana ha bisogno di entrambi: di buone regole, servizi pubblici di qualità e interventi in aree in cui i rendimenti sociali sono alti ma l’attività privata è insufficiente”.

Sempre nelle Considerazioni Finali Visco precisa che “la grave recessione generata dalla pandemia “ha ridato centralità all’azione dello Stato”, ma “non bisogna confondere la necessità di uno Stato più efficace nello svolgere le funzioni che già ora gli sono affidate con quella di estenderne i compiti”.

“Dopo la pandemia deve aprirsi una nuova epoca, un’epoca di cooperazione multilaterale intensa, di riduzione delle ingiustizie diffuse, di creazione di nuove opportunità. Non dovrà mancare la partecipazione, responsabile ed equilibrata, dell’Europa – è la raccomandazione del Governatore – per rispondere agli effetti economici e sociali della crisi sanitaria, sono state assunte decisioni coraggiose, introdotti nuovi strumenti comuni di intervento. È questa la vera forza di un’unione; le premesse per uscire con rinnovata energia, insieme, dalla crisi sono incoraggianti; le aspettative non devono andare deluse”.


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