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Massimo Sarmi

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UN ALTRO ribaltone in preparazione a Tim. La delicatezza della partita infatti impone una diretta assunzione di responsabilità da parrte dei principali azionisti. Vale a dire Vivendi cui fa capo il 24% del capitale e Cdp che possiede il 10%.  Il gruppo francese  ha già fatto le sue mosse ottenendo le dimissioni di Luigi Gubitosi (che comunque resta in consiglio). Il suo posto, come guida operativa in qualità di direttore generale sarà preso da  Pietro Labriola attuale capo di Tim Brasil.

Ma la vera novità è rappresentata dalla possibile sostituzione del presidente Salvatore Rossi con una vecchia conoscenza del mondo delle Tlc come Massimo Sarmi in quota Cdp. A caldeggiare la candidatura è il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. La nomina sarebbe probabilmente gradita a tutto il centro destra considerando che il suo mandato in Poste è cominciato nel 2002 su indicazione del governo Berlusconi.

Sarmi ha amici anche a sinistra e non dispiace a Kkr visto che è anche presidente di FiberCop, la società che possiede la rete secondaria di Tim di cui il fondo americano è il secondo azionista con il 37,5%. Per l’esame della proposta di Kkr nasce un Comitato ad hoc in cui oltre al presidentei avrà  un ruolo di rilievo Paola Sapienza, che – nominata Lead Independent Director – sarà in un certo senso il garante del mercato. Insieme ad altri tre consiglieri Paolo Boccardelli, Marella Moretti e Ilaria Romagnoli, avvieranno “tempestivamente” e con il supporto degli advisor (dovrebbero essere incaricati Goldman Sach e Intesa Sanpaolo le attività istruttorie per consentire poi al Cda di valutare la proposta del fondo Usa.

La data room potrebbe aprirsi già settimana prossima e le 4 settimane chieste da Kkr saranno, secondo le attese, più che una classica due diligence una sorta di “roadshow” tra le istituzioni. Secondo le indiscrezioni circolate il progetto di Kkr prevedrebbe lo scorporo della rete per offrirla “a termine” a CDP dopo qualche anno, a processo completato. Ed è indicativo ricordare che fu proprio Pietro Labriola nel 2013, quando ad era Franco Bernabè, a preparare uno studio per la separazione della rete.

Sul tavolo del cda c’era anche il nodo dei conti con i rilievi portati dal collegio sindacale e dal comitato rischi che avrebbero trovato uno scostamento di qualche centinaio di milioni di euro a livello di ricavi, in buona parte legato ai risultati deludenti della partnership con Dazn ma su questo non sono emerse novità. Ed è proprio su questo punto che ci sarebbe stato uno scontro piuttosto forte in consiglio d’amministrazione. Secondo autorevoli indiscrezioni sono state presentate differenti valutazioni: una da parte del capo delle strategia Carlo Nardello piuttosto preoccupato sulla stabilità dei conti.

Un’altra da parte del responsabile dei ricavi e dei media Stefano Siragusa considerato vicino a Gubitosi dai toni molto meno allarmistici. Vista la diversità pare che il consiglio d’amministrazione abbia deciso di avviare una indagine interna per scoprire eventuali criticità prima dell’ingresso di Kkr. Ed è proprio il clima di incertezza che, all’interno dell’azienda rilanciano l’ipotesi di un ritorno di Vito Gamberale.  Un manager di lungo corso che conosce bene il sistema Tim avendo guidato il gruppo negli anni di maggior successo.


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