X
<
>

La sede del Parlamento europeo a Strasburgo

Condividi:
5 minuti per la lettura

Noi europei dobbiamo pretendere che Canada e Stati Uniti facciano la loro parte garantendo all’Europa flussi adeguati di gas liquefatto, ma avendo ben presente che servono investimenti importanti per poterlo utilizzare, finanziamenti che devono arrivare dal bilancio europeo. È evidente che gli obblighi assunti nel campo finanziario e per la spesa militare in sede Nato vanno onorati perché questo rende credibile l’alleanza occidentale e i singoli Paesi. Questo legittima la richiesta autorevole di un intervento della Cina a favore della pace che costringa la Russia di Putin a fare i conti con i suoi errori. Tutto ci possiamo permettere meno che indebolire i capi di governo e degli Stati del G7 dentro un quadro di alleanze che è credibile e produce effetti se si nutre di azioni e di coerenza. Nessuno si permetta di utilizzare strumentalmente il Papa per buttarlo nell’arena politica. Non si può paragonare il discorso della fede e della testimonianza personale con il discorso degli affari politici

Noi europei possiamo decidere politicamente di spendere il 2% del Prodotto interno lordo per la spesa militare con l’obiettivo di non fare mai la guerra, ma quello che proprio non possiamo permetterci di fare è che la Francia lo faccia da sola, la Germania lo faccia da sola, e così via. No, questo no. Come non ci possiamo permettere che l’industria tedesca si prepari già a fornire i propri standard, che le proprie strutture produttive facciano le prove, si avviino insomma a fare tutto da sole. La strada della diversità è improponibile perché se no cade tutto.

Noi europei possiamo e dobbiamo perseguire l’obiettivo di rendere indipendente dalla Russia la nostra politica energetica, ci vorrà del tempo ma lo faremo, quello che non ci possiamo permettere è di non prendere misure di politica interna europea con cui tutti insieme calmieriamo i prezzi per annullare l’effetto speculazione della guerra, facciamo gli acquisti di gas insieme, facciamo investimenti comuni con nuovo debito comune. Altrettanto, con uguale efficacia e uguale unitarietà di azione, dobbiamo fare sul fronte delle materie prime agro-alimentari perché c’è un pezzo di economia europea che rischia di saltare per colpe non sue e una crisi alimentare avrebbe effetti devastanti su tutti gli indicatori a partire da quello della fiducia.

Noi europei dobbiamo pretendere che Canada e Stati Uniti facciano la loro parte garantendo all’Europa flussi adeguati di gas liquefatto, ma avendo ben presente che servono investimenti importanti per poterlo accogliere e utilizzare e anche qui i finanziamenti devono arrivare dal bilancio europeo. Cerchiamo di non essere tutti europei quando si tratta di mettere le sacrosante sanzioni alla Russia e di non esserlo quando proprio quelle sanzioni determinano effetti collaterali gravissimi per questa o quella economia nazionale.

Se le sanzioni economiche alla Russia, al di là dei cantastorie italiani che sono poi la percentuale europea dei no vax, hanno devastato l’economia russa, tutti i Paesi del G7 le considerano straordinariamente efficaci e pensano se necessario di inasprirle, è evidente che va mantenuto il punto sulle violazioni contrattuali nelle forniture di gas che misurano la disperazione di Putin quando chiede impossibili pagamenti in rubli. È evidente che gli obblighi assunti nel campo finanziario e per la spesa militare in sede Nato vanno onorati perché questo rende credibile l’alleanza occidentale e i singoli Paesi. Questo, non altro, legittima la richiesta autorevole di un intervento della Cina a favore della pace che costringa la Russia di Putin a fare i conti con i suoi errori.

Più si è coerentemente e unitariamente compatti su un ruolo proattivo sul fronte della guerra finanziaria del mondo occidentale alla Russia, più si guadagna forza nel chiedere alla Cina, che dei mercati di quel mondo libero ha vitale bisogno, di essere il soggetto attivo della pace possibile.

Questi sono i punti essenziali della pace da costruire che vanno perseguiti. Persuasi come siamo sin dal primo momento che l’unica strada concreta per convincere Putin alla ragione evitando la terza guerra mondiale è lo strangolamento dell’economia russa che è in buona parte già avvenuto. Perché solo gli allocchi possono credere alla ripresa di una Borsa dove tutti gli investitori internazionali sono tenuti fuori, mentre anche il colosso dell’acciaio (Severstal) rischia di fallire perché una banca americana ha sospeso i pagamenti, in una Russia dove tutto il mondo occidentale produttivo e finanziario è scappato al gran completo. Con l’inflazione che cresce di ora in ora a ritmi stellari e il potere di acquisto delle famiglie crollato.

Diciamoci la verità. Rischiamo due trimestri negativi con recessione tecnica, ma per evitare che la recessione italiana sia reale nonostante oltre 2% di crescita acquisita nel 2021 e che addirittura l’Europa intera non solo rallenti ma piombi in recessione, tutto ci possiamo permettete meno che di indebolire i capi di governo e degli Stati del G7 dentro un quadro di alleanze che è credibile e produce effetti se si nutre di azioni e di coerenza. Per questo colpisce positivamente che la Cdu all’opposizione in Germania si sia stretta intorno al cancelliere socialdemocratico Scholz come lo sono anche le componenti liberali e verde della sua coalizione mentre in Italia suscitano perplessità di livello alto i distinguo delle componenti grilline e leghiste. Se tutto va bene siamo alla solita demagogia da talk per cui è sempre comodo dire che i soldi vanno dati agli italiani per le bollette, non spesi per la difesa. Se tutto va male nascondono scheletri nell’armadio che preoccupano alquanto. Evitiamo per piacere di dimostrare di essere il solito Paese di matti almeno su ambiti così delicati.

Nessuno poi si permetta di utilizzare strumentalmente il Papa per buttarlo pro domo sua nell’arena politica. Il Papa fa il Papa, non è il capo dello Stato Vaticano, ma l’autorità più alta di un grande movimento religioso. È un’altra cosa, esprime la giusta posizione di chi afferma un principio generale che non può tradursi in una indicazione che vale per tutti. Il Vangelo dice “beati i poveri” e indica stati di perfezione, ma non è che tutti corrono all’angolo della strada a chiedere soldi perché questo ti rende beato. Siamo all’ermeneutica elementare e, come la storia dimostra, non si può paragonare il discorso della fede e della testimonianza personale con il discorso degli affari politici che sconta per così dire la “condizione di peccato” dell’uomo. Nessuno può pensare che questa condizione viene annullata e possiamo tornare d’incanto al Paradiso terrestre. Lo sa anche il Papa che giustamente dice e ripete che dovrebbe essere così. Anche qui, per piacere, evitiamo confusione di ruoli e di piani.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE