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Vladimir Putin

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L’America e la Cina hanno capito il gioco e lo stanno giocando. L’India ha capito il gioco ma non ha le armi per giocare la sua partita. L’Europa rischia di diventare il terreno di conquista dei due contendenti, americano e cinese, grazie all’errore di Putin e ai tanti putiniani europei che non hanno capito niente. Per questo la nuova Europa di Draghi, l’asse strategico verso il Sud e l’alleanza Atlantica con gli americani da primi attori sono decisivi. Per vivere da protagonisti la nuova storia

I fatti geopolitici sono chiari ed è bene riepilogarli. Raccontano di un conflitto di civiltà tra mondo autarchico e mondo libero che nessuno vuole vedere. Possono portare l’economia globale a una recessione globale al momento ancora poco probabile o, se si bloccassero all’istante tutte le importazioni europee di gas e petrolio da Putin, condurre a una recessione seria molti Paesi europei che segnerebbe di certo la fine della Russia ma farebbe anche dell’Europa il terreno di conquista dei due grandi contendenti del conflitto di civiltà in atto che sono oggi Cina e Stati Uniti. Per questo è decisivo il disegno della nuova Europa con il suo federalismo pragmatico, l’asse strategico verso il Sud, e l’alleanza atlantica che sono i capisaldi della strategia europea e italiana esposta da Draghi con rara lucidità nel suo discorso dell’altro ieri a Strasburgo.

Punto uno. I prezzi del petrolio e del gas russi sono saliti di molto, ancora prima dell’inizio del conflitto in Ucraina, e ovviamente ancora molto prima delle sanzioni europee. A dicembre addirittura i prezzi erano più alti di quando è partita la guerra e, cioè, a febbraio. Le sanzioni europee sono la reazione a chi ha deciso unilateralmente prima di tagliare le forniture per aumentare i prezzi e incassare di più e poi ha deciso di fare la guerra in Ucraina finanziandola con quella valuta in più che si era messa in cascina in modo fraudolento. La causalità degli eventi e le responsabilità collegate sono chiare a tutti.

Punto secondo. Anche qui è molto evidente a tutti l’errore di sottovalutazione, dalla seconda metà alla fine dell’anno scorso, compiuto dall’intelligence europea e italiana. Che non hanno messo in evidenza mai l’aumento ingiustificato dei prezzi con la connessa richiesta di valuta sempre nuova e sempre più pesante per prepararsi alla guerra. Non si stava pagando il gas, ma si stavano trasferendo munizioni finanziarie perché la colonia più in difficoltà del mondo autarchico, la Russia, attaccasse al cuore il mondo democratico europeo.

Punto terzo. Solo a gennaio di quest’anno si è svegliata l’intelligence americana e ha cominciato a dire cose a cui nessuno degli europei che conta ha voluto credere. Alla fine ci siamo tutti ritrovati a fare i conti con un’iniziativa russa di aggressione militare di uno stato sovrano libero come l’Ucraina compiuta a freddo e durissima infrangendo tutte le regole di ordine politico, economico, finanziario internazionale.

Punto quarto. Come hanno risposto il mondo autarchico e il mondo democratico al crimine di guerra compiuto da Putin invadendo l’Ucraina che, come scrive Fabrizio Galimberti nella lettera immaginaria di Zelensky allo zar russo da consegnare al G20 in Indonesia, prima ancora che un crimine è un errore? La Cina ha detto “non ci piacciono le invasioni” e ha condannato le sanzioni europee e americane alla Russia.

La Cina sta seduta sulla riva del fiume, perché comunque vada la Russia sarà da loro dipendente. Si comporta come si sarebbe comportato Mao e poi è alle prese con “Covid zero” e il rallentamento della sua economia. Vede comunque nella inevitabile crisi russa un punto a suo favore nella guida del processo di riordino del nuovo scacchiere mondiale. Gli indiani non si possono muovere, stanno zitti come le mosche, non dicono mai una parola in pubblico e si astengono sempre. Sono obbligati a fare così perché se non hanno le armi dalla Russia non sanno come difendersi dalle armi della Cina. Rendetevi conto di quali sono le logiche che presidiano le regole della convivenza del mondo autarchico e di quanta attenzione in più dovremmo prestare all’India e, come stiamo finalmente facendo, all’Africa e al Medio Oriente per evitare che vengano assorbiti in orbite pericolose.

Punto cinque. Nel tempo l’India proverà comunque a tagliare la dipendenza dalla Cina e bisognerà vedere che cosa farà la Cina della Russia, ma il baricentro di tutto rischia di diventare l’Europa proprio come terreno di conquista dei due contendenti globali che sono la Cina e gli Stati Uniti. Perché la Russia di Putin ha ripetuto l’errore di Hitler, si torna al problema dell’impero e, cioè, a quando pensava di potersi prendere tutta l’Europa perché l’Inghilterra e l’America gli avrebbero fatto fare quello che voleva. Che avevano altri obiettivi e avrebbero lasciato l’Europa al suo destino. Non fu così allora, e si spera non sarà così oggi.

Diciamoci la verità. Il problema europeo di questi giorni sono i prezzi dell’energia, per questo bisogna accelerare al massimo nell’affrancarsi dalla dipendenza russa, ma sapendo bene di avere davanti due anni nei quali non si può interrompere il dialogo economico brutalmente. Di qui l’esigenza di sanzionare con gradualità sul petrolio russo e, allo stesso tempo, l’esigenza assoluta di non potere interrompere il rapporto con la Cina perché questo significherebbe bloccare il mondo e la sua economia.

Non possiamo interrompere i rapporti economici, ma anche le guerre sono fenomeni che non interrompono i rapporti, li trasformano da buoni in rapporti cattivi. Dopo i rapporti cattivi e dopo le guerre si ricostruisce sempre un nuovo equilibrio ed è ciò che ha capito molto bene il premier italiano e fa la differenza tra lui e gli altri leader politici che, con la sola eccezione di Letta, giocano per i motivi più futili con lo spread a 200 e i rendimenti dei titoli di stato decennali che ormai sfiorano il 3% e servono per pagare stipendi e pensioni agli italiani. Draghi ha capito che il mondo sta affrontando una fase di cambiamento strutturale che non è quella di una guerricciola, che siamo davanti a un tornante della storia. Questo è il punto.

Ha capito che la Russia sta per essere travolta perché ha deciso di forzare il gioco e invece di annettersi l’Ucraina sta producendo una serie di effetti a catena. Che sono la sua economia in frantumi. Che sono l’America che ha capito il gioco nuovo e che questo gioco lo vuole giocare fino in fondo. Che la Cina lo ha capito con la stessa velocità e lo giocherà fino all’ultimo spazio disponibile. Che anche l’India vuole giocare la sua partita, ha capito la portata della nuova partita, ma non ha le armi per giocarla pubblicamente e quindi si barcamena, sta pensando ancora a come muoversi.

Mentre noi italiani alla voce Draghi, ma come classe politica europea italiana sono molti di più, abbiamo ben chiaro che o l’Europa si inventa un’altra Europa e ha in testa un nuovo scenario o diventerà terreno di conquista di cinesi e americani e, più in là, molto più in là, perfino terreno di conquista degli indiani. Altro che neutralismi e pacifismi all’italiana fuori dalla storia e dalla realtà. Siamo all’inizio di una nuova storia e l’unica possibilità che abbiamo di salvarci è quella di capirlo prima degli altri e di svolgere un ruolo di protagonista tra le due sponde dell’Atlantico come è già successo una volta.


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