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C’è un gioco di società mondiale a chi resiste di più e un esercizio a speculare contro chi si ritorcerà l’ultima mossa. Tutti i dittatori sono sottoposti a complotti, ma la storia insegna che si realizzano solo quando c’è la disfatta totale. Quando si è davanti all’incertezza per il futuro, invece di ragionare sui piccoli passi che possono portare alla soluzione, si preferisce ragionare sulla grande vittoria o sulla grande catastrofe. Questo purtroppo riguarda il mondo come l’Italia, ma almeno per quanto riguarda noi faremmo bene a sottrarci a questi giochi pericolosi. Sfruttiamo quanto più possibile la ripresa in atto per ridurre le pesanti diseguaglianze strutturali ricevute in eredità. Soprattutto facciamolo insieme.

C’è una grande area di pessimismo che gira per il mondo. Ha preso il posto di quella di ottimismo che girava prima. In America fino a un attimo fa si diceva che stavano bene anche con la recessione, ora loro e il mondo hanno paura del debito pubblico americano. Lo hanno scoperto di notte. Lanciano allarmi e poi cercano di spegnerli tra una banca regionale e l’altra che è in difficoltà. La crisi delle catene globali cinesi comincia a diventare un punto di difficoltà mondiale strutturale che ha messo fuori gioco la Germania e rilanciato l’Italia ma la polvere che si alza è così alta che nessuno si accorge di nulla.

In Italia siamo nel pieno del secondo miracolo economico dal Dopoguerra a oggi, cresciamo più di tutti e aumentano anche gli occupati, ma invece di sfruttare tutti il massimo di ripresa possibile agguantabile in un contesto così complicato per ridurre le nostre pesantissime diseguaglianze strutturali, c’è chi è pro tempore al governo che si vanta di meriti che non sono suoi e chi è all’opposizione che si benda gli occhi e sa solo gridare alla catastrofe.

Sono arrivati anche i droni sul Cremlino, ma sono stati annientati dai sistemi di sicurezza e Putin era altrove. Ovviamente Mosca accusa Kiev e minaccia ritorsioni, ma Kiev replica: non siamo stati noi, sono stati i partigiani russi. Il papa dichiara che c’è qualcosa di nuovo, e se c’è uno che si è speso per la pace da sempre è lui, quindi va preso ancora di più in considerazione, ma l’Ucraina dice subito che non c’è nulla di nuovo. Tutto ciò, forse, fa parte delle regole del gioco. Non è vero che l’Ucraina non è disposta a cedere qualcosa, ma fa parte di tutte le trattative internazionali cominciare a negoziare dicendo che non è così. Il punto di fondo è che in questo momento si vive purtroppo di propaganda e nessuno è disposto a sedersi intorno a un tavolo. I cannoni della guerra e dell’economia sparano fumo e stendono una cortina fumogena intorno al mondo e all’Italia. Tutti cercano il colpo ad effetto, non la soluzione.

Nella politica italiana, ormai è assodato che c’è una ripresa sostenuta e che dovrebbe essere sfruttata. Invece di mettersi tutti intorno a un tavolino per moltiplicare la crescita dei nuovi occupati (sull’anno sono 297 mila) si prende a pretesto un effetto statistico di aprile 2022 per urlare subito che l’inflazione risale quando è solo un effetto statistico, il trend è invece discendente al contrario dell’Europa e finalmente cominciano a scendere anche i prezzi alla produzione. C’è chi senza alcun merito particolare grida al Paese di Bengodi e chi invece dice che la catastrofe non è in arrivo. Anzi, urla che è già arrivata proprio mentre si preannuncia che a fine mese chi ha meno riceverà qualcosa in più in busta paga.

Il mondo si è capovolto, nessuno ha capito che il nuovo Nord è il nostro Sud, oggi Fabrizio Galimberti con le sue consuete analisi anticipatrici ci spiega che cosa è cambiato davvero anche nell’asse Est-Ovest, ci fa ragionare sull’India che supererà la Cina, ma sarebbe già molto bello che oggi, non domani, le potenze mondiali si rassegnino a convivere e riequilibrare le loro pretese. Questo solo può favorire la pace e lo sviluppo. Perché non c’è sviluppo senza pace. Non c’è sviluppo senza la parte più debole del mondo.

Invece continua questo grande gioco di società mondiale a chi resiste di più e a questo esercizio pesante su chi o a favore di chi si ritorcerà l’ultima mossa. Tutti i dittatori sono sottoposti a complotti, ma la storia ci insegna che si realizzano solo quando c’è la disfatta totale. Quando si è davanti all’incertezza per il futuro, invece di ragionare sui piccoli passi che possono portare alla soluzione, quei piccoli passi che fanno la storia, si preferisce ragionare sulla grande vittoria o sulla grande catastrofe.

Questo purtroppo riguarda il mondo come l’Italia, forse tutto ciò avviene perché è insito proprio in questo periodo storico dell’incertezza, in cui tutti siamo immersi, ma almeno per quanto riguarda noi faremmo bene a sottrarci in fretta a questi giochi pericolosi.


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