X
<
>

Palazzo Chigi

Condividi:
4 minuti per la lettura

Il dato del primo trimestre negativo (-0,2%) del Pil è in misura inferiore alle previsioni dello stesso governo (-0,5%) ma potrebbe anche migliorare. Perché il dato sui servizi, che stanno andando molto bene, non è ancora rilevato. Il turismo è in ripresa marcata, l’edilizia tiene e anche le esportazioni. Se il conflitto in Ucraina non peggiora, è verosimile che il secondo trimestre del 2022 contro ogni previsione dominante riservi sorprese positive e segni la ripartenza dell’Italia. Anche perché sull’embargo del gas si ha la sensazione che il peggio è passato nel senso che non si farà e che, anzi, avendo già oggi prezzi cinque volte superiori a quelli dei livelli alti degli anni precedenti, al netto di sempre possibili fiammate, possano nel medio termine un poco scendere. Il resto deve farlo l’Europa con il Recovery energetico.

Sull’economia italiana continua a pesare l’incertezza mondiale causata dal doppio shock pandemico-guerra in Ucraina. Il dato del primo trimestre negativo (-0,2%) in misura inferiore alle previsioni dello stesso governo (-0,5%) potrebbe migliorare. Perché il dato sui servizi, che stanno andando molto bene, non è stato ancora rilevato dall’Istat e, quindi, la correzione sull’andamento del prodotto interno lordo (Pil) dovrebbe essere in senso positivo. Il turismo si sta riprendendo in modo marcato. L’edilizia continua ad andare nonostante gli eccessi di sostegni pubblici all’edilizia privata che hanno inciso sulla disponibilità e sui prezzi delle materie prime. Anche le esportazioni, benché le imprese abbiano fatto i conti con l’incidenza del caro materie prime sulla sostenibilità dei cicli produttivi, continuano ad andare.

Se la situazione internazionale del conflitto in Ucraina e della grande guerra delle materie prime in atto non dovesse ulteriormente peggiorare, è verosimile che il secondo trimestre contro ogni previsione dominante riservi sorprese positive e segni la ripartenza dell’Italia. Sarebbe una specie di miracolo visto che siamo il Paese al mondo che più di tutti è dipendente per le materie prime energetiche come gas e petrolio dallo Stato aggressore, la Russia, e per le materie prime agro-alimentari, dal grano tenero ai frumenti, dallo Stato aggredito, l’Ucraina. Si può ovviamente sbagliare, ma anche sull’embargo del gas si ha la sensazione che il peggio è passato nel senso che il sentiment comune di oggi è che non si farà e che, anzi, viaggiando già a prezzi cinque volte superiori a quelli dei livelli alti degli anni precedenti, questi prezzi al netto di sempre possibili fiammate possano nel medio termine solo un poco scendere.

Perfino i mercati lo avrebbero capito e, soprattutto, si percepisce che il conto che i singoli Paesi europei stanno pagando, ovviamente in modo differenziato, ma che tutti insieme stanno comunque pagando, costringerà prima del previsto l’Europa a varare il suo secondo superbond europeo, Recovery energetico, magari anche sfruttando ciò che altri Paesi (non l’Italia) hanno lasciato inutilizzato con la raccolta del Next Generation Eu. Sul petrolio ci sarà sicuramente un effetto perché anche l’attesa delle sanzioni europee sulla Russia come sappiamo già incide sui prezzi, però è vero che dagli Stati Uniti sta arrivando molto di più che in passato, che sul petrolio siamo più abituati alle crisi, che la materia è liquida e che sono più facili gli aggiustamenti. I mercati, insomma, già scontano queste tensioni, le hanno a loro modo anticipate, così segnala la febbre del termometro dei titoli energetici. Si registrano invece rialzi non anomali ma rilevanti sui rendimenti dei titoli sovrani decennali che scontano il peso del debito gigantesco italiano dopo decenni di dissipazioni e tentazioni pericolosissime di volere proseguire sulla stessa strada.

Perché, vi domanderete, tutta questa domenicale iniezione di fiducia, in un quadro che resta di così elevata variabilità? Per la semplice ragione che i numeri ci dicono questo e ci spingono a riscontrarli doverosamente perché il potere d’acquisto delle famiglie compresso dall’inflazione incide sulla propensione al consumo che, a sua volta, risente di una componente di maggiore sfiducia o minore fiducia, fate voi, che è bene non alimentare almeno quando non è strettamente necessaria.

Quello che serve piuttosto, ma pure qui lo si sta facendo, è impedire che anche una sola opera dei cantieri del Piano nazionale di ripresa e di resilienza, slitti nelle sue fasi attuative – 2023 più che 2022 – perché si procede con lentezza nella azione di riaggiornamento dei prezzi in gara delle materie prime. Questo sarebbe grave perché tali investimenti pubblici devono coprire quelli che andranno inevitabilmente ad assottigliarsi nell’edilizia privata per la sforbiciata sacrosanta dei bonus. Quello che serve piuttosto è di non rinunciare a pensare al futuro accelerando, al massimo, su giustizia civile e pubblica amministrazione come su concorrenza e catasto, altro che alimentare dibattiti politici oziosi.

Il futuro è fatto di queste riforme e di un flusso di capitali privati del mondo che cercano destinazione perché non vogliono o non possono più essere investiti in India come in Cina, in Russia come in Brasile. L’eldorado del futuro solare, di posizionamento geografico e di capitale umano da consolidare, per questi capitali, è il Mezzogiorno d’Italia avvantaggiato dalla storia come mai prima. Di questo, però, parliamo bene domani.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE