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L'intervento a Feuromed del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi con sullo sfondo il direttore del Quotidiano del Sud - L'Altravoce dell'Italia, Roberto Napoletano

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Il senso del nuovo corre nelle aziende, nelle università e nelle amministrazioni del Mezzogiorno perché esprime il senso reale della storia del Sud italiano asset strategico mediterraneo dell’Europa, ma il gioco di società del Paese è seppellirlo sotto il macigno di tre decenni di allargamento del divario strutturale interno. C’è un punto, però, che può fare la differenza e misura l’ambizione non solo di restituire all’Italia la sua terza capitale, Napoli, ma al mondo intero la capitale del Mediterraneo, snodo cruciale di oggi e di domani. Questo punto è stato proprio il sindaco Manfredi a indicarlo come target da raggiungere. È la fiducia globale che può portare a Napoli non più solo Academy dei big dell’hi-tech, ma i centri direzionali delle multinazionali del futuro.

IL SENSO del nuovo corre nelle aziende, nelle università e nelle amministrazioni del Mezzogiorno, si appalesa nei numeri dell’economia del post Covid degli analisti e perfino nelle rilevazioni statistiche dell’Istat. Cambia il senso della storia di cui il Sud italiano beneficia per ragioni geopolitiche che hanno modificato radicalmente gli assi strategici dello sviluppo mondiale e consegnano evidenti vantaggi energetici. Succede davvero tutto questo, e molto di più, ma il gioco di società del Paese, meno all’estero, è quello di fare sparire il senso reale della storia del nostro Sud asset strategico mediterraneo dell’Europa seppellendolo sotto il macigno di una storia di almeno tre decenni di allargamento del divario strutturale interno.

Feuromed è nato per documentare una storia vera, mettere in guardia dalle insidie e dalle difficoltà da superare perché questa storia vera di ripartenza si consolidi e si stabilizzi, ma forse ancora prima lo abbiamo voluto per liberare subito il tavolo dal gioco sottobanco dei guastatori professionali. Le cartoline del mondo capovolto di un’Università della Calabria che regala all’Italia i primi medici ingegneri che possono consentire al Paese intero, non a Cosenza, di fare davvero passi avanti nella medicina del territorio.

L’altra cartolina del mondo capovolto ci arriva sempre dall’Università della Calabria: è la sua comunità studentesca cosmopolita dove le due sponde del Mediterraneo con egiziani, senegalesi, europei si incontrano dietro gli stessi banchi di studio prendendo lezioni dall’ex direttore di Oxford che ha scelto di venire a insegnare qui perché qui si può fare la migliore ricerca in intelligenza artificiale e qui escono i laureati informatici gestionali più richiesti e meglio pagati sul mercato globale. C’è, ancora prima, una cartina gigantesca del mondo capovolto che si chiama Napoli con il suo primato di crescita dell’export manifatturiero nazionale del 2023 che si fa fatica a capire e assorbire nella coscienza nazionale perché non si accetta la realtà che Pomigliano d’Arco è la nuova Mirafiori, che i primati del farmaceutico e dell’aerospazio come di molto altro sono un fatto. Che la digitalizzazione delle aziende e delle aree urbane avanza, che il tasso medio di redditività delle piccole imprese eguaglia quello delle eccellenze delle altre aree del Paese. Che il proliferare di start up nei settori del futuro e la robotizzazione dei processi produttivi di molte aziende meridionali sono già avvenuti.

Si fa fatica a cogliere i passi in avanti nella amministrazione territoriale e centrale perché troppo pesante è il ritardo ricevuto in eredità, ma continuare a ignorarli non aiuta ad accelerare nel processo di recupero e di consolidamento dei risultati conseguiti. Bisogna crederci e porsi obiettivi ambiziosi perché il nuovo contesto geopolitico obbliga tutto il mondo a guardare al Sud italiano non più come periferia o area marginale, ma come centro che diventa luogo di formazione della nuova classe dirigente euromediterranea, hub energetico che potenzialmente può contribuire a mettere in sicurezza aree sempre più estese delle due sponde del Mare nostrum. Infine, come locomotiva riconosciuta della unica crescita europea possibile. Con il suo solito realismo il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha segnalato i passi in avanti compiuti senza mai sottacere tutto ciò che si deve fare avendo come bussola una nuova organizzazione e un gioco di squadra collettivo che cominciano finalmente ad essere percepiti in modo più diffuso. Anche perché la bellezza, la pulizia e il miglioramento della mobilità della città sono toccati con mano da flussi globali di turisti che raccontano nei loro territori ciò che hanno visto e determinano altri nuovi flussi che impongono ancora maggiore impegno per aumentare ulteriormente la qualità e la quantità dell’offerta turistica.

C’è un punto, però, che può fare la vera differenza e misura l’ambizione non solo di restituire all’Italia la sua terza capitale, ma al mondo intero la capitale del Mediterraneo snodo strategico dell’Italia di oggi e di domani. Questo punto è stato proprio il sindaco Manfredi a indicarlo come target da raggiungere. È quello della fiducia globale che deve spingere a portare a Napoli non più solo Academy dei big dell’hi-tech, ma i centri direzionali delle grandi multinazionali del futuro. Bisogna passare, questo lo dico io, dalla cartolina del mandolino sparita, risultato enorme già conseguito, alla sicurezza globale che uno dei tre o quattro grandi centri del futuro del nuovo mondo si chiama Napoli. Scatterebbe in automatico la corsa dei capitali interni e, soprattutto, esteri. Perché di loro, storia e geografia, combattono per fare di Napoli e del Mezzogiorno il nuovo Eldorado degli investimenti globali.


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