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Con l’autonomia differenziata non succederebbe in Italia neanche quello che si immaginano le Regioni che stanno meglio. Proprio come pensano, sbagliando clamorosamente, i Paesi del Nord Europa rispetto a quelli del Sud Europa, ciò non succederebbe. Quello che viceversa accadrebbe in Italia è solo che andranno peggio tutte le Regioni. Perché anche quelle messe meglio cominceranno a litigare per i soldi che hanno in più da spendere e così una conflittualità che è già fortissima a livello nazionale diventerà un coacervo di micro conflittualità regionali che sommerà paralisi a paralisi. Divisi e frammentati siamo tutti meno forti e più vulnerabili. L’Europa federale con al centro l’Italia è il progetto politico che garantisce gli investimenti sui beni comuni

L’Europa federale con al centro l’Italia è il progetto politico che garantisce gli investimenti sui beni comuni, prenota per il Vecchio Continente un ruolo di primo attore nel nuovo ordine mondiale, fa correre di più tutte le economie, riduce le diseguaglianze territoriali e porta inevitabilmente alla condivisione dei debiti. È il progetto politico del futuro dentro il quale l’Italia trae il massimo vantaggio, ma è prima ancora l’unica possibilità concreta che ha l’Europa di uscire dalla frammentazione degli interessi nazionali e di tutelarli al massimo livello dentro un quadro post pandemico e pre-recessivo di origine bellica che fa tremare vene e polsi.

Siamo nel pieno di un conflitto di civiltà tra mondo autocratico e mondo occidentale che porta in dote inflazione e nuove povertà e rende l’Europa permeabile alla corruzione autocratica come Qatargate e Maroccogate ogni giorno ci ricordano in forme e modi sempre più inquietanti. Divisi e frammentati siamo tutti meno forti e più vulnerabili. Non ci aiuta la debolezza della leadership politica tedesca, ma l’Europa del futuro è quella della solidarietà, non l’Europa degli Stati che sarebbero solo tutti più deboli di quello che già sono.

Questo vale assolutamente per l’Europa e deve portare Giorgia Meloni a un ulteriore salto evolutivo di alleanze in senso europeista e riformista sullo scacchiere internazionale, lo abbiamo scritto ieri e lo ripetiamo oggi, ma vale a maggior ragione in casa a livello nazionale dove si deve capire che le Regioni devono fare fronte comune, che i Comuni devono fare fronte comune, che la grande politica deve fare fronte comune. Il problema è fuori di noi ed è nella terribile congiuntura internazionale economica e geopolitica e nel fatto oggettivo che noi da soli non abbiamo gli strumenti per tenerla sotto controllo. 

Per questo non va sottovalutato che il ritorno  dell’autonomia differenziata può diventare in casa lo stesso identico libera tutti che rischia pericolosamente di accadere in Europa, divorata da quel carattere storicamente selvaggio della competizione internazionale che oggi si coniuga anche con la miopia di leader politici europei non all’altezza. Con l’autonomia differenziata non succederebbe in Italia neanche quello che si immaginano le Regioni che stanno meglio e che la chiedano pensando egoisticamente di potere stare ancora meglio loro mentre le altre che già stanno male andrebbero a stare peggio. 

Proprio come pensano, sbagliando clamorosamente, i Paesi del Nord Europa rispetto a quelli del Sud Europa, ciò non succederebbe. Quello che viceversa accadrebbe in Italia è solo che andranno peggio tutte le Regioni. Perché anche quelle messe meglio cominceranno a litigare per i soldi che hanno in più da spendere e così una conflittualità che è già fortissima a livello nazionale diventerà un coacervo di micro conflittualità regionali che sommerà paralisi a paralisi. Non possiamo sbagliare alleanze in Europa e non possiamo fare pasticci in casa. Questa libertà oggi non ci è consentita.


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