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Ursula von der Leyen

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Di fronte alla grave crisi energetica innescata dalla guerra di Putin all’Ucraina l’Europa deve dare «una risposta comune che permetta di ridurre i costi energetici per famiglie e imprese». «Senza una risposta comune, rischiamo la frammentazione». All’indomani del Consiglio europeo dell’energia che ancora una volta ha messo a fuoco le distanze tra i Paesi – tra la fuga in avanti della Germania con lo scudo di 200 miliardi a sostegno del proprio sistema economico e le resistenze (con Berlino in prima fila) che continuano a far slittare l’adozione di un tetto generalizzato sul gas – la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – fa appello all’unità: «Come in passato – afferma – dobbiamo preservare condizioni di parità ed evitare distorsioni del mercato unico. Dobbiamo fare di più per contenere l’aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia che stanno indebolendo la nostra economia».

Il vertice informale dei capi di stato e di governo in programma la prossima settimana (6-7) a Praga potrebbe portare a qualche passo avanti nell’adozione di una strategia comune più incisiva. «Restiamo uniti, e modelliamo la nostra forte e resiliente Unione dell’Energia», è insieme l’auspicio e il monito che von der Leyen rivolge ai Ventisette durante la cerimonia di inaugurazione, a Sofia, dell’interconnettore di gas tra Grecia e Bulgaria che, sottolinea, è un ulteriore passo verso «la libertà» dalle forniture di Mosca. A Praga – ma molto probabilmente anche a Bruxelles per il Consiglio Europeo del 20-21 ottobre – sarà Mario Draghi a condurre la trattativa per il Paese.

Sull’emergenza energetica il passaggio di consegne tra il premier uscente e quella in pectore, Giorgia Meloni, è ben incardinato come dimostra “l’assonanza” tra i comunicati con cui entrambi hanno stigmatizzato lo “scudo” tedesco. «Sono in costante contatto con il governo impegnato a trovare soluzioni a livello europeo», afferma la leader di FdI intervenendo dal palco del Villaggio Coldiretti a Milano, la sua prima uscita pubblica dopo l’incoronazione elettorale.

Il caro energia, dice «è una responsabilità prioritaria del futuro esecutivo». Come prioritario, sostiene, è «fermare la speculazione» sul costo dell’energia. Per farlo «serve una soluzione europea» che comunque, qualora arrivasse, «avrà impatto tra qualche mese». Bisogna quindi «capire come possiamo intanto intervenire sui costi energetici di questo autunno». Quanto al contesto europeo, anche alla luce delle divisioni e della “cura” degli interessi nazionali emersa in questi giorni, «l’Italia deve partire dai suoi interessi nazionali, per poi trovare soluzioni comuni, come fanno gli altri».

La trasferta milanese è anche l’occasione per chiudere il primo giro di “consultazioni” con i leader della coalizione iniziato mercoledì a Roma con Matteo Salvini. Ieri, quindi, l’incontro con Silvio Berlusconi. Sul tavolo la condivisione delle priorità per il nuovo esecutivo, con il dossier energia in testa. «È stato un incontro molto cordiale e molto costruttivo. Sono ottimista», racconta Meloni, sottolineando di non aver parlato di ministri. «Nel centrodestra c’è massima comunità d’intenti – afferma Berlusconi –. Abbiamo condiviso la necessità che l’Italia abbia un governo di alto profilo, capace di affrontare le gravi emergenze che il Paese si trova di fronte».


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