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Il porto di Gioia Tauro

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Con le risorse del Pnrr ora è possibile farlo. Ciò consentirebbe anche la partecipazione del Mezzogiorno alle catene globali del valore, rendendolo centrale nella geografia dei rapporti di fornitura internazionali, oltre che un hub strategico del Paese per la produzione e la trasmissione di energie rinnovabili, in particolare fotovoltaico ed eolico. Grazie a questo nuovo modello di crescita per l’Europa abbiamo la possibilità di accelerare sui progetti di autonomia energetica del Paese, promuovendo una nuova strategia industriale per il Mezzogiorno che offre lo scenario migliore per lo sviluppo di una filiera delle energie rinnovabili e delle tecnologie connesse. Una strada che porterà a far diventare il Sud un naturale attrattore per la localizzazione di nuove iniziative imprenditoriali green con conseguenze importanti in termini di crescita nell’area. E dare così anche un contributo decisivo alla sostenibilità della crescita dell’intero Paese.

Nel contesto impegnativo in cui stiamo operando, caratterizzato da tensioni geopolitiche, economiche e commerciali legate al conflitto russo-ucraino che si stanno trasmettendo al nostro sistema produttivo, è quantomai necessario trovare risposte di policy comuni in Europa. A partire dal superamento dello stallo su Capital Market Union e Banking Union, per bilanciare le esigenze di stabilità finanziaria con un adeguato flusso di credito all’economia e trovare punti di sintesi efficaci nella dialettica in corso su questioni strutturali.

Ciò che ci troviamo ad affrontare oggi è probabilmente ancora più impegnativo del periodo pandemico, poiché riguarda questioni multiple che si intrecciano tra loro. In Europa c’è bisogno di una risposta di politica economica complessiva alle sfide attuali che permetta di tenere sotto controllo l’inflazione, ma che contemporaneamente ponga le basi per uno sviluppo diverso rispetto al passato. La pandemia ha generato il programma NextGenerationEu e, quindi, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, un importante passo avanti, ma oggi vedo il rischio che l’Europa stia perdendo lo spirito nato nei giorni della lotta al Covid e ritorni a contrapposizioni che pensavamo superate, di meri interessi nazionali.

L’economia globale ha finora retto meglio del previsto. Le prospettive economiche del nostro Paese, tuttavia, restano incerte, ancorché ci sia un enorme potenziale da sviluppare. All’Italia serve una strategia di lungo periodo. Il Pnrr offre al nostro paese l’opportunità di promuovere una stagione di riforme strutturali per migliorare il funzionamento dell’economia e di disporre di risorse europee per sostenere gli investimenti pubblici, avviando una vera transizione sostenibile e digitale del nostro sistema produttivo che è oggi fondamentale per vincere le sfide della globalizzazione. Punto non secondario, con il Pnrr possiamo finalmente provare ad incidere sulla riduzione dei divari nel Paese, dal momento che è previsto che il 40% dei fondi complessivi sia destinato al Sud.

In questo quadro il ruolo delle banche – da sempre rilevante fonte primaria di finanziamento alle imprese e, quindi, all’economia reale – diventa ancor più centrale quali attori fondamentali per gestire situazioni di crisi e per colmare il divario tra risparmi e investimenti. Le banche, che in Italia godono oggi di una solida patrimonializzazione, possono favorire la corretta canalizzazione del risparmio privato verso gli investimenti agendo da “agevolatore” delle politiche industriali che andranno ridisegnate. Possono, inoltre, garantire accesso alle risorse private ad una sempre più ampia platea di imprese e offrire consulenza di valore per consentire il pieno sfruttamento delle risorse disponibili.

Le banche sono un fondamentale motore propulsivo per il Paese. Hanno svolto un ruolo importante nella fase pandemica, garantendo risorse liquide in termini di garanzie e moratorie che permettessero a imprese e famiglie di resistere al grande shock del Covid. Adesso stanno passando a una nuova fase più di lungo termine in cui l’obiettivo è convogliare le risorse e il risparmio privato verso gli investimenti. Bisogna trovare il modo di facilitare questo processo, ossia l’interazione tra risorse private e pubbliche. In questo senso è fondamentale che le banche interagiscano efficacemente con il sistema pubblico per promuovere ulteriormente la competitività del sistema Italia.

Parlando di opportunità da cogliere per il Paese, ancor di più in questa fase storica, è centrale affrontare il tema del Mezzogiorno per analizzare come riportarlo verso un sentiero di crescita sostenibile. Tra Pnrr e le varie tipologie di incentivi confermati nell’ultima Legge di Bilancio, oggi ci sono gli strumenti per attrarre investimenti al Sud.

UniCredit è una banca di riferimento per il Sud ed è pronta a fare la propria parte. In quest’area, il nostro stock complessivo di impieghi è di circa 22 mld di euro. Senza dimenticare, tra gli altri, l’investimento che UniCredit ha realizzato nel campus di San Giovanni a Teduccio a Napoli con l’obiettivo di dare slancio alla migliore innovazione, per dare nuove opportunità alle start-up e alle tecnologie nate dall’eccellenza creativa dei talenti del territorio. Ma anche in ambito PNRR abbiamo già supportato, anche nel Mezzogiorno, diverse aziende per investimenti sulle infrastrutture portuali e per la realizzazione di gallerie ferroviarie nell’ambito dei lavori sulla tratta AV Napoli-Bari, nonché per la riqualificazione energetica di strutture alberghiere e per interventi di efficientamento della rete idrica e di sostegno all’agroalimentare.

Ma occorre affrontare il tema dello sviluppo del Mezzogiorno da un punto di vista più ampio e legato a quello della globalizzazione. La rinnovata centralità del Mediterraneo può e deve essere un’occasione da cogliere per il Sud, che gode di una posizione geografica privilegiata per intercettare l’aumento dei traffici conseguente il raddoppio del Canale di Suez, lo spostamento delle rotte commerciali eurasiatiche e di quelle degli approvvigionamenti energetici.

Con le risorse del Pnrr è possibile fare del Sud una piattaforma per la logistica del Mediterraneo. La terza Missione dispone, infatti, di oltre 31 miliardi per una serie di investimenti finalizzati allo sviluppo di una rete di infrastrutture di trasporto moderna, digitale e interconnessa. Per la prima volta con il Pnrr c’è un piano per connettere tutte le regioni del Sud alla linea ad AV. Se riusciamo a concretizzare questo piano, connettendo inoltre l’AV anche con i Porti del Mezzogiorno, il Sud potrà acquisire nuova competitività.

Ma ciò consentirebbe anche la partecipazione del Mezzogiorno alle catene globali del valore, rendendolo centrale nella geografia dei rapporti di fornitura internazionali, oltre che un hub strategico del Paese per la produzione e la trasmissione di energie rinnovabili, in particolare fotovoltaico ed eolico. Qualcosa si sta già realizzando.  Recentemente come UniCredit abbiamo sostenuto la gigafactory di Catania di 3SUN (società di Enel Green Power) che diventerà la più grande fabbrica europea di moduli fotovoltaici ad alte prestazioni, un progetto che prevede la creazione di 1.000 posti di lavoro in Sicilia. Penso anche al tema delle batterie al litio, un settore sempre più strategico che coinvolge la trasformazione dell’industria dell’automotive.

Grazie al Pnrr abbiamo la possibilità di accelerare sui progetti di autonomia energetica del Paese, promuovendo una nuova strategia industriale per il Mezzogiorno che offre lo scenario migliore per lo sviluppo di una filiera delle energie rinnovabili e delle tecnologie connesse. Una strada che porterà a far diventare il Sud un naturale attrattore per la localizzazione di nuove iniziative imprenditoriali green con conseguenze importanti in termini di crescita nell’area. E dare così anche un contributo decisivo alla sostenibilità della crescita dell’intero Paese.

*PRESIDENTE UNICREDIT


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