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Joe Biden e Vladimir Putin

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Biden-Putin, sul nucleare botta e risposta da brividi

Dalle minacce russe, di fronte alla possibilità di un invio di missili Usa a lungo raggio a Kiev, a quelle americane. Washington teme che la recente controffensiva ucraina, in grado di strappare numerose porzioni di territorio al nemico, possa indurre Mosca a prendere in considerazione l’uso di armi chimiche o atomiche per vincere rapidamente la guerra. Eventualità, ha avvertito Joe Biden nel corso di un’intervista a “60 minutes”, che provocherebbe l’immediata reazione Usa.

BIDEN, PUTIN E IL NUCLEARE: IL MONITO DELLA CASABIANCA

«Non farlo, non farlo – ha detto il capo della Casa Bianca rivolgendosi direttamente a Vladimir Putin – una mossa del genere cambierebbe il corso del conflitto come mai nessuna cosa dai tempi della Seconda guerra mondiale». Biden non ha però voluto rivelare quale sarebbe la risposta americana. «Pensa che io le direi se sapessi esattamente quali sarebbero le conseguenze? – ha chiesto all’intervistatore – Ovviamente non gliele dirò, ma ci saranno». In generale, ha aggiunto Biden, con un’azione di questo tipo «i russi diventerebbero sempre più dei paria nel mondo e a seconda della portata di quello che hanno fatto si determinerebbe la risposta da dare».

BIDEN, PUTIN E IL NUCLEARE: LA REPLICA DEL CREMLINO

La replica del Cremlino non si è fatta attendere. Sollecitato sul possibile uso di armi atomiche in Ucraina, anche a seguito delle affermazioni di Biden, il portavoce Dmitri Peskov ha risposto: «Legga la nostra dottrina. È scritto tutto lì». La dottrina cui ha fatto riferimento Peskov è quella militare russa, insieme ai fondamenti della politica statale in materia di deterrenza nucleare.

Il ricorso all’atomica, in sostanza, è previsto in caso di aggressione alla Russia o ai suoi alleati con armi di distruzione di massa o convenzionali laddove venga minacciata l’esistenza dello Stato. Ipotesi remote ma da tenere in considerazione alla luce di un conflitto, quello ucraino, di cui non si vede ancora la fine. E che fa registrare, quasi ogni giorno, nuovi orrori. L’ultimo è quello della fossa comune con oltre 440 corpi rinvenuta a Izium, città del Kharkiv riconquistata dagli ucraini. Kiev è tornata ad accusare Mosca di torture ed esecuzioni sommarie.

GLI ORRORI DELLA GUERRA: TRA I CADAVERI ANCHE BAMBINI

Tra i cadaveri, ha riferito il responsabile ucraino per i diritti umani, Dmytro Lubinets, ci sarebbero anche quelli di un’intera famiglia (padre, madre, nonna e una bimba di 5/6 anni), rimasta uccisa nei bombardamenti. Anche il governatore della regione di Kharkiv, Oleh Synehubov, ha confermato che «ci sono molti bambini, ci sono corpi con le mani legate dietro la schiena. Tutti questi fatti verranno indagati ma questo può solo testimoniare che il mondo è a conoscenza che questo è un genocidio degli ucraini». Il governo spagnolo ha condannato la strage chiedendo che «non rimanga impunita», mentre la Repubblica Ceca vuole l’istituzione di un «tribunale speciale internazionale per punire il crimine di aggressione». Nel 21esimo secolo, ha scritto il premier ceco – Jan Lipavsky – «questi attacchi contro la popolazione civile sono impensabili e abominevoli. Non dobbiamo ignorarli. Vogliamo la punizione di tutti i criminali di guerra».


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