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Justin Trudeau e Giorgia Meloni

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«Mosca ritiri subito le proprie truppe». È questo il messaggio che arriva forte e chiaro dal G7 di Hiroshima, in Giappone. Segue postilla con un altro elemento importante: Joe Biden ha informato i leader del G7 che gli Stati Uniti sosterranno uno sforzo congiunto con alleati e partner per addestrare i piloti ucraini su velivoli di quarta generazione, F16 compresi.

Non si può non partire da qui per riuscire a sintetizzare la prima giornata del summit fra i grandi della Terra. Russia e Cina sono gli avversari. Dopodiché c’è Giorgia Meloni, che per la prima volta è seduta al tavolo e allineata agli Stati Uniti, in  una giornata che scivola via tra i bilaterali e la prima sessione di lavoro con al centro l’economia globale.

L’INCONTRO CON TRUDEAU

L’inquilina di Palazzo Chigi  incontra il primo ministro canadese, Justin Trudeau. I due hanno concordato sull’esigenza di «continuare a sostenere le esigenze di difesa e gli sforzi di ricostruzione dell’Ucraina e di ritenere la Russia responsabile della sua brutale aggressione militare».

Discutono poi  «della necessità di resistere come democrazie basate su regole contro i tentativi di coercizione economica e di interferenza che vengono effettuati  anche da parte della Cina». E riconoscendo i «profondi legami» tra i due Paesi.

Ed è su queste note che Meloni e Trudeau ribadiscono «l’impegno a continuare a rafforzare le opportunità di lavorare insieme, anche attraverso nuove partnership commerciali, di investimento e di innovazione».

Il tutto senza comunque  perdere di vista il «valore dell’accordo economico e commerciale globale (Ceta) tra Canada e Unione europea come strumento per aumentare ulteriormente il commercio e gli investimenti bilaterali».

Dopodiché Meloni e Trudeau si impegnano a lavorare a stretto contatto in vista della presidenza italiana e a coordinare la transizione verso la presidenza canadese nel 2025.

Se questo è il lato positivo dell’incontro con il canadese Trudeau, c’è però l’imprevisto che mai si sarebbe aspettata la premier italiana. Un imprevisto che ha lasciato Meloni di sasso.

L’INCIDENTE

A un certo punto, infatti,  succede che Trudeau accusa in modo esplicito Meloni di non rispettare i diritti Lgbt: «Siamo preoccupati per alcune delle posizioni che il tuo governo sta prendendo in materia, ma non vedo l’ora di parlarne con te» dice il premier canadese.

Il riferimento è agli ammonimenti europei sulla legislazione italiana in materia, soprattutto sulle coppie di genitori dello stesso sesso.

A quel punto la frittata è servita, Meloni scuote la testa, rivolge uno sguardo molto perplesso e contrariato alla telecamera e replica, prima che inizi l’incontro a porte chiuse, in questo modo: «L’Italia sta seguendo le decisioni dei tribunali e non si sta discostando dalle precedenti amministrazioni». 

E ancora, qualche ora dopo fonti italiane definiscono la frase di Justin Trudeau sui diritti Lgbt «sorprendente». Anche perché l’incontro era stato preparato dalle due diplomazie e il tema dei diritti non era tra  gli argomenti chiave del bilaterale.

Tutto questo non muta l’importanza del faccia a faccia che complessivamente, confidano fonti italiane, ha soddisfatto l’inquilina di Palazzo Chigi.

Dopodiché la premier italiana si è confrontata con Scholz, Macron e Von der Leyen in una sorta di incontro ribattezzato di “coordinamento Ue”. Con il cancelliere tedesco ha esaminato una serie di questioni industriali che investono i due Paesi, soffermandosi sul  dossier Ita-Lufthansa. E, sempre a margine dei lavori, Meloni ha avuto un colloquio anche con il primo ministro del Regno Unito Rishi Sunak, insieme al quale, ha scritto la nostra premier su Twitter, «abbiamo dialogato sui principali temi internazionali cui collaboriamo in stretta sinergia. Proseguiamo su questa strada, forti anche dell’intensità dei nostri rapporti, per affrontare insieme le sfide future».

La giornata di Giorgia Meloni scivola via, scandita da una serie appuntamenti. Prima la visita al Museo della Pace di Hiroshima: «Oggi chiniamo il capo e ci fermiamo in preghiera. Oggi non dimentichiamo che l’oscurità non ha l’ultima parola. Oggi ricordiamo il passato per scrivere, insieme, un futuro di speranza. Giorgia Meloni».

Poi l’intervento alla prima sessione del G7 focalizzata sull’economia globale: «C’è stata una lettura superficiale dei rischi della globalizzazione, si sono rafforzate le autocrazie, le democrazie si sono indebolite. Dobbiamo riprendere il controllo delle catene strategiche del valore».

L’ORDINE ECONOMICO

E ancora: «Abbiamo bisogno di una migliore e più efficace collaborazione con il Sud Globale. Occorre quindi lavorare insieme per dare forma a un ordine economico internazionale libero e aperto, concentrarci sull’espansione delle relazioni commerciali rimanendo fermi sui principi di apertura, trasparenza, concorrenza leale (perché nessun mercato può essere libero se non è anche equo) e Stato di diritto».

Infine, una cena di lavoro del G7 nel corso della quale Meloni ha mostrato ai leader le immagini dell’alluvione che nelle ultime ore ha colpito l’Italia, e in particolare l’Emilia Romagna. Non a caso, dopo aver visto dal telefonino della premier la situazione, alcuni leader hanno chiamato i loro ambasciatori in Italia per avere maggiori informazioni.


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