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I tre leader dei principali partiti del centrodestra, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi

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Riservare 16 seggi alle forze centriste (Udc, Coraggio Italia, Noi con l’Italia e Italia al Centro): sarebbe questa la strategia a conclusione del tavolo sui collegi del centrodestra svolto ieri a Montecitorio.

L’accordo prevede un simbolo unitario per le 4 componenti, superando così l’accordo Cesa-Brugnaro da una parte, e Lupi e Toti dall’altra, che dovrebbero quindi correre tutti sotto un simbolo unico. Antonio Tajani, coordinatore di FI, presentando il simbolo di Forza Italia, spiega il riferimento al Partito popolare europeo: «Siamo il centro alternativo alla sinistra, il centro della politica».

Poi rilancia Silvio Berlusconi come capolista: «Sarebbe un giusto risarcimento vederlo tornare in Senato. È il nostro leader, con lui vogliamo arrivare al 20%». E su Twitter Berlusconi ribadisce: «Siamo parte della grande famiglia del Ppe, che ci onoriamo di rappresentare in Italia. Tutti i nostri governi hanno sempre avuto valori europeisti, atlantisti e moderati e anche il prossimo governo di centrodestra avrà questa linea».

La strategia del Centrodestra sulla leadership

Intanto continua il dibattito sulla scelta del premier. Così Matteo Salvini, capo della Lega: «Questa è la democrazia. Se prende un voto in più Giorgia Meloni, il premier lo fa Giorgia Meloni. Se prende un voto in più Matteo Salvini, lo fa Matteo Salvini. Più chiaro, bello e lineare di così non si può».

Giorgia Meloni insiste, intanto, sul tema immigrazione: «La sinistra – scrive su Twitter rilanciando con una grafica la proposta di blocco navale – è stata complice per decenni dell’emergenza immigrazione, avallando e promuovendo politiche irresponsabili. La gestione da parte del ministro Lamorgese è stata disastrosa. È ora di invertire la rotta e restituire dignità all’Italia difendendone i confini».


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