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Giuseppe Conte

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Appena finisce di vedere Fiorentina-Inter, una sconfitta per la «sua» viola, Matteo Renzi tira un sospiro e si dirige verso la saletta dei gruppi dove lo aspettano i cronisti per la conferenza stampa. Romperà o non romperà? Si dimetteranno le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti?

E ancora: quali saranno gli effetti delle parole di Giuseppe Conte che di fatto ha aperto a un nuovo patto di legislatura? A metà pomeriggio «Radio Palazzo Madama» da l’accordo per chiuso. Alla buvette un senatore azzurro addenta un tramezzino e la mette così: «Accordo fatto: Renzi piazzerà uno dei suoi alla Difesa, non la Boschi perché c’è una forte opposizione dei Cinque Stelle. E poi si prenderà i servizi segreti».

Si scherza e si ride. Nel Salone di Garibaldi il clima è da bollino rosso: capannelli su capannelli, rumors su rumors. La conferenza stampa slitta alle 18 e 10. Renzi indossa una mascherina ma si scorgono le ferite sul volto.

Al suo fianco ci sono le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. L’ex premier non perde un attimo e annuncia le dimissioni. «Come Italia Viva abbiamo convocato questa conferenza stampa per fare il punto sulla situazione politica del Paese e per annunciare le dimissioni di Bellanova, Bonetti e Ivan Scalfarotto». Poi aggiunge: «Siamo consapevoli che la nostra responsabilità è quella di dare risposte al Paese. La crisi politica è aperta da mesi, non è aperta da Italia Viva».

Non crede al voto anticipato, sbandierato dagli ex compagni del Pd. E fra le righe lascia intendere che «siamo aperti a tutte le soluzione» ma non a un ribaltone con il centrodestra. L’ex rottamatore non ha condiviso la scelta del premier di aprire a un nuovo patto di legislatura nel corso di un’intervista rilasciata per strada. «La democrazia ha delle forme e se le forme non vengono rispettate, allora qualcuno deve avere il coraggio anche per gli altri per dire che il Re è nudo».

Non c’è una pregiudiziale su Conte, assicura. Ma è chiaro che a questo punto della scena la trattativa continuerà. Il leader di Italia viva vuole imporre il percorso della crisi: l’avvocato del popolo dovrà salire al Colle, rimettere il mandato e affidarsi per la soluzione al presidente della Repubblica. Bisognerà capire come si comporterà Giuseppe Conte. Rispetterà il percorso desiderato da Renzi o sfiderà il leader di Italia viva alle Camere? Ecco perché a sera riprende quota l’ipotesi responsabili. «I vietcong ci sono» continua a ripetere l’ex Dc Clemente Mastella nelle ore drammatiche che seguono la conferenza stampa di Matteo Renzi. Ed è in quegli istanti che riparte il solito tamburo di domande: «Cosa succederà?».

Saverio De Bonis, uno dei trattativisti del Senato che siede nel gruppo Misto, ammette: «Adesso si aprono i giochi». Osvaldo Napoli, parlamentare azzurro, conosce come pochi delle dinamiche del palazzo, graffia: « Tanto ha tuonato che alla fine è piovuto. Matteo Renzi ha deciso di spegnere la luce a Giuseppe Conte, ma al buio da stasera è finita l’Italia».

Si ritorna dunque all’incertezza iniziale: 1X2. Conte-ter, Conte-2 più responsabili, esecutivo istituzionale guidato da Marta Cartabia. Si tratta di una tripla. Anche se in tanti scommettono che alla fine il primo scenario, un nuovo gabinetto a Conte con Renzi dentro, è forse la soluzione più probabile. Forse.


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