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L'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa

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«Io non posso assumere una decisione solo con il cuore se la mia testa mi suggerisce che il percorso è sbagliato. Non posso prestarmi ad un’operazione in cui non credo».

E poi ancora: «Non sono disposto a fare il prestanome di un movimento governato da un leader ombra». E a Grillo: «Beppe lasci che il M5S cresca, non sia genitore padrone».

Parole di Giuseppe Conte. L’ex premier le ha pronunciate nell’attesa conferenza stampa sul futuro del Movimento cinque stelle all’apice del confronto interno sulla leadership ingaggiato con il fondatore Beppe Grillo. Conte non lascia, ma pone condizioni che prevedono, anzitutto, l’approvazione del nuovo statuto da parte degli iscritti tramite una consultazione.

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«Ho elencato alcune carenze, ambiguità che impediscono le grandi potenzialità di questa forza politica che potrebbero dispiegarsi appieno – ha detto Conte -. Ho illustrato una serie di innovazioni secondo me indispensabili».

Dall’incontro all’Hotel Forum con Grillo «ci siamo lasciati con il mio impegno a elaborare un progetto di riforma del M5S – ha aggiunto -, che una volta condiviso ci avrebbe fatto partire con il piede giusto. Ho iniziato quindi a lavorare ad una sfida complessa ma anche stimolante. In questi 4 mesi ho studiato tanto, ho studiato gli Statuti del M5S, ho ascoltato suggerimenti di parlamentari, sindaci e singoli iscritti».

Quindi ricostruisce: «Nell’approssimarsi all’appuntamento per il lancio del nuovo corso con Beppe Grillo sono emerse diversità di vedute su alcuni aspetti fondamentali. È emerso un equivoco di fondo – ha aggiunto Conte -: io credo che non abbia senso imbiancare una casa che ha bisogno di profonde ristrutturazioni. L’ho sempre detto, non mi sarei mai prestato ad un’operazione di facciata, di puro restyling. Io non posso assumere una decisione solo con il cuore se la mia testa mi suggerisce che il percorso è sbagliato. Non posso prestarmi ad un’operazione in cui non credo».

Su Grillo, Conte ha aggiunto: «Ho avuto un fittissimo scambio di mail con Grillo, ho accolto un buon numero delle sue osservazioni. Le altre non possono accoglierle, perché alterano questo disegno e creano confusione di ruoli e di funzioni. Domani mattina consegnerò i documenti frutto del mio lavoro dapprima a Grillo e poi a Crimi chiedendo che siano diffusi alla comunità. Sono condizioni imprescindibili del mio impegno».

Poi ancora più esplicitamente su ruolo di Grillo: «Una forza politica che ambisce a guidare il Paese non può affidarsi a una leadership dimezzata, sono stato descritto spesso come uomo delle mediazioni, ma su questo aspetto non possono esservi mediazioni – ha aggiunto Conte -, serve una leadership forte e solida, una diarchia non può essere funzionale, non ci può essere un leader ombra affiancato da un prestanome e in ogni caso non poteri essere io».

Infine ha chiarito: «Beppe sa bene che ho avuto e avrò sempre rispetto per lui. Spetta a lui decidere se essere il genitore generoso che lascia crescere la sua creatura in autonomia o il genitore padrone che ne contrasta l’emancipazione. Per lui c’è era e ci sarà sempre il ruolo di Garante, ma ci sarà distinzione tra la filiera di garanzia e la filiera degli organi di politica attiva al cui vertice ci deve essere il leader politico e la filiera di controllo». 


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