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Luca Zaia

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La Lega Nord-Liga Veneta si sdoppia, almeno sul tema dell’autonomia. L’araba fenice inseguita da quattro anni e mezzo, infatti, gioca un brutto scherzo al portavoce in consiglio regionale veneto. Alberto Villanova attacca, attribuendone le responsabilità a Pd e Cinquestelle, la decisione assunta dalla Commissione affari costituzionali della Camera che ha esteso alla città di Roma le prerogative delle Regioni. Attacca il provvedimento lamentando che non ci sia altrettanta sollecitudine parlamentare nei confronti dell’autonomia chiesta dal Veneto. Peccato però che a Montecitorio la stessa Lega abbia votato a favore di quel provvedimento.

Villanova è partito lancia in resta: “Apprendo dalla stampa che grazie al contributo del Pd, correlatore del provvedimento, a Roma in tempo record è stata approvata la riforma costituzionale per dare più poteri a Roma capitale. Tanta solerzia e velocità è encomiabile: Roma ha ottenuto in venti minuti quello che noi aspettiamo da oltre cinquanta mesi. Sarebbe bello però che i Dem e i 5 Stelle, che detengono la presidenza della Commissione, mettessero lo stesso impegno per approvare, finalmente, anche l’Autonomia del Veneto”. Questa la dichiarazione del presidente dell’intergruppo Lega-Liga Veneta, dopo l’approvazione in Commissione Affari Costituzionali della riforma.

Poi ha aggiunto: “Non conosco nel merito il provvedimento e le ragioni per cui ora Roma si meriti dei poteri al pari di una Regione: ero fermo al fatto che la città di Roma, che già può vantare poteri eccezionali in quanto ‘Roma Capitale’, nel gestire i propri poteri non avesse sempre dato esempio di grande efficienza. Forse, però, con la promozione proposta, si mira a fare meglio”. Spunta quindi il revanscismo veneto. “Chi invece le risorse le ha sempre gestite bene, con parsimonia e buon senso, è la Regione del Veneto che, nel pieno rispetto della carta costituzionale, chiede di poter amministrare 23 materie. Materie che, se affidate a Roma Capitale, a quanto pare non rappresentano un problema per il Pd romano, a differenza invece di quanto sostengono i colleghi Dem di casa nostra che mercanteggiano invece le competenze del Veneto come fossero al banco del pesce”.

Il riferimento è al fatto che il Pd abbia criticato fortemente la proposta leghista di autonomia, sostenendo che deve più realisticamente limitarsi a chiedere solo 7 deleghe. “Perché il Partito Democratico non si impegna con la stessa determinazione per far approvare la nostra legittima richiesta? Forse la volontà dei Veneti vale meno di quella della città di Roma?” ha concluso Villanova.

La domanda gli si è però ritorta contro. “Sull’autonomia la Lega è andata in cortocircuito. Il capogruppo attacca frontalmente l’approvazione del testo che attribuisce a Roma Capitale i poteri legislativi di una Regione. Peccato che a votarla sia stata l’intera rappresentanza del suo partito, con in testa il coordinatore veneto Alberto Stefani”.

Così ha replicato il capogruppo del Pd, Giacomo Possamai. “Capisco che le nostre proposte per cambiare schema e uscire dal nulla di fatto in cui si ritrova questa importante partita abbia irritato e creato confusione tra le fila leghiste. Ma Villanova sbaglia bersaglio dando addosso al Pd. Anche perché, oltre alla Lega, attorno a questa riforma di ampliamento nelle prerogative della Capitale è schierata in prima fila Forza Italia, visto che il primo firmatario del testo è il capogruppo forzista Paolo Barelli. Qualche chiarimento dalle parti del centrodestra appare a questo punto opportuno”.

E ha rilanciato: “Il voto unanime, trasversale, in Commissione, dimostra che esiste un livello politico capace di lavorare in modo costruttivo. Il medesimo metodo che, purtroppo inutilmente, stiamo proponendo in Veneto e in Consiglio regionale alla Lega. Speriamo che dopo questa nuova vicenda si smettano i toni da battaglia e si inizi a dialogare sul serio”.


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