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Silvio Berlusconi

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Il giorno dopo tocca ai pompieri intervenire per far rientrare il caso. Le parole di Volodymir Zelensky continuano a rimbombare all’interno della maggioranza. Fra Montecitorio e Palazzo Madama si levano voci discordanti. «Questo governo non può durare». «Ma no, Berlusconi gioca a fare il guastafeste, ma tutto questo non fa che rafforzare Giorgia».

Di sicuro c’è un fatto: la stoccata del capo della resistenza ucraina a Silvio Berlusconi lascia più di una ruggine in un esecutivo che continua a scricchiolare anche a causa di altri dossier, come il Superbonus.

«La questione di Berlusconi è molto sentita qui – ha scolpito il leader ucraino – Nessuno ha mai bombardato casa sua con i missili come fanno i suoi fraterni amici russi. Non sono mai arrivati con i carri armati nel suo giardino. Nessuno ha mai ammazzato i suoi parenti. Mai nessuno ha dovuto prendere alle tre di notte le valigie per scappare, oppure mai la moglie ha dovuto pensare a cercare cibo per la famiglia. E questo grazie all’amore fraterno della Russia».

Affermazioni che hanno fatto il giro del mondo e che, va da sé, non sono state accolte positivamente nel salotto di Arcore. A villa San Martino Silvio Berlusconi si infuria, scuote la testa, non accetta che venga preso di mira in mondovisione. Forse si aspettava una difesa da parte dell’inquilina di Palazzo Chigi. «Basta con queste provocazione» si lascia andare il leader di Forza Italia. «Al contrario di quanto dice questo signore, io ho conosciuto l’orrore della guerra, sono stato sfollato con la mia famiglia. E quindi per questo sono preoccupato, chiedo che si smetta con la guerra e si lavori per la pace, il rischio dell’escalation nucleare è alto».

Così, la reazione del Cavaliere riapre una faglia negli equilibri della maggioranza di governo. Il gruppo dirigente di Forza Italia considera troppo tiepido l’atteggiamento di Meloni, a fianco di Zelensky mentre quest’ultimo bacchettava l’alleato di governo. Dall’altro canto il leader azzurro è convinto di interpretare un sentimento diffuso nell’opinione pubblica. In questo contesto le lancette ritornano a dieci giorni fa quando proprio Berlusconi, a urne aperte, ha detto che da presidente del Consiglio non avrebbe incontrato Zelensky e che «comunque bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e il conflitto non sarebbe cominciato».

Sia come sia, il giorno dopo le colombe dell’uno e dell’altra fazione provano a far rientrare il caso. Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e coordinatore di Forza Italia, dall’assemblea dell’Onu indossa i panni del pompiere e invia un messaggio euroatlantista fuori dai confini dell’Italia: «Forza Italia e Berlusconi incluso hanno votato sempre contro la Russia e a favore dell’Ucraina. Berlusconi è un uomo di pace, è totalmente pro-America. È  uno dei migliori amici dell’ex presidente Bush». Quanto al settimo decreto Ucraina che il governo dovrà fare nelle prossime ore Tajani garantisce per gli azzurri di Berlusconi. D’altro canto, osserva,  «il mio partito ha sempre votato a favore dell’invio di armi in Ucraina».

Inoltre, insiste puntando sul fatto che «Berlusconi ha dimostrato con tutti i voti di aver condannato la Russia, compreso il voto alla durissima risoluzione dell’Unione europea contro la Russia». È quest’ultimo lo spin degli azzurri tra Camera e Senato. Il caso è dunque rientrato? Sembrerebbe di sì. Non a caso i berlusconiani a taccuini chiusi non solo tengono un profilo basso ma continuano a sottolineare che «la nostra fedeltà euroatlantica è comprovata dai voti parlamentari e che è compatibile con la richiesta di un tavolo di pace».

Spegnere il fuoco è l’obiettivo di tutti. Ragion per cui vanno in questa direzione le parole del ministro Adolfo Urso che fa notare come «tutti i provvedimenti del governo sono stati approvati alla unanimità in Consiglio dei ministri e tutti i provvedimenti presi dal Parlamento sono stati approvati a larga maggioranza, con il concorso di tutte le forze di maggioranza». Per il ministro delle Imprese e del Made in Italy, «questo è un governo coeso, un governo che ha un preciso indirizzo politico che sta attuando pienamente, che si confronta – come è assolutamente doveroso – con tutte le forze politiche, certamente anche di maggioranza, e che porta a termine nei tempi previsti i provvedimenti. Quindi, con i fatti concreti dimostriamo che siamo, finalmente, il governo che gli italiani attendevano da lungo tempo». In scia la posizione di Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera: «Frizioni Zelensky-Berlusconi? La posizione del centrodestra è sempre stata quella espressa in Aula. L’Italia sta con chi si batte per la libertà ed è stato invaso. Quando abbiamo votato dei documenti siamo sempre stati compatti, non le opposizioni che hanno votato in modo arlecchino». Insomma, ritorna la pace all’interno della maggioranza. O almeno sembra così.


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