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Giorgia Meloni

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Meloni, ultimi giorni di quiete prima dell’agenda bollente dell’autunno Scintille con l’opposizione anche per il conto dei turisti

È l’ultimo weekend di pausa per l’esecutivo Meloni che fra qualche giorno dovrà ripartire dal caro benzina, dal salario minimo, dalle polemiche sulla decisione di imporre una tassa sugli extra-profitti delle banche e dalla nota di aggiornamento del Documento di economia di finanza. Intanto la presidente del Consiglio, che sta trascorrendo gli ultimi giorni di vacanza a Ceglie Messapica, si dice «vergognata» per il conto non saldato dai turisti in Albania.

«L’Italia che voglio rappresentare non è una Nazione che fa parlare di sé all’estero per queste cose, che non rispetta il lavoro altrui, che pensa di essere divertente fregando gli altri», scolpisce sui social l’inquilina di Palazzo Chigi, che ha chiesto «all’ambasciatore di andare a saldare il conto, che ho pagato personalmente. Niente di che, infatti io non ne ho neanche dato notizia. Eppure anche questo in Italia ha creato polemica, da parte di un’opposizione che evidentemente preferisce un’altra immagine dell’Italia».

IL GOVERNO MELONI E IL CONTO DI UN AUTUNNO CHE SI PREANNUNCIA CALDO

Negli stessi minuti tocca a Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, intervenire su una serie di questioni che attanagliano il governo. Prima di tutto sul salario minimo. «Stiamo discutendo con grande serenità, ci sono pro e contro, è un tema evidentemente che io condivido con altri esponenti del governo ma che la presidente Meloni, vista l’importanza del tema, sta curando personalmente». Segue passaggio sul dossier lavoro, considerato una priorità dell’esecutivo: «Devo dire però che i dati ci confortano molto sul sistema dell’occupazione: oggi l’Italia festeggia dei record da questo punto di vista che non vedevamo da anni, forse non avevamo visto mai in questa nazione in termini di ritorno a una occupazione importante. E devo dire che sono soddisfatto anche dei risultati di una riduzione di un provvedimento che era sbagliato, come il reddito di cittadinanza».

Quanto al caro benzina, «è un fenomeno che anche il governo sin dall’inizio ha attenzionato. Esiste un problema di rincari e il governo interviene con tutte le risorse che ha. Secondo me lo ha fatto nella maniera più corretta. Quando uno taglia il costo della benzina non favorisce i più deboli paradossalmente, ma favorisce chi fa più benzina che di solito sono quelli che hanno macchine più potenti». E ancora: «Noi abbiamo utilizzato le risorse liberate per fare il taglio del cuneo sul lavoro, quindi rilanciando l’occupazione, intervenendo con provvedimenti come ‘La carta dedicata a te’ per aiutare le famiglie sulla spesa e i consumi, intervenendo per riparare alle criticità legate agli eventi catastrofali». Spazio anche al piano Mattei, «una delle cose che ci inorgoglisce di più aver impostato fin dal primo giorno». Un piano che «consiste nell’aiutare le nazioni africane a crescere investendo sull’energia, sull’agricoltura, sulle tecnologie, sulla formazione».

L’OPPOSIZIONE PUNTA IL DITO E RILANCIA SUL SALARIO MINIMO

Va da sé, l’opposizione respinge la narrazione del governo. «Nel silenzio generale del periodo estivo e con il continuo tentativo di dirottare l’attenzione su altri temi minori, il governo Meloni compie l’ennesimo delitto perfetto nei confronti del Centro Italia, tagliando interventi infrastrutturali per 1,13 miliardi di euro» è l’accusa dei 5Stelle che annuncia un’interrogazione parlamentare al ministro Salvini. Ancora più duro Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra: «A un anno di distanza è sotto gli occhi di tutti che pronti non erano affatto e che quelle frasi non erano altro becera propaganda da gettare in pasto ai potenziali elettori».

Opposizione che continua la battaglia del salario minimo con una petizione che – assicura il Pd Antonio Misiani – è vicina a 300 mila firme». «Un risultato straordinario – insiste Misiani – superiore ad ogni aspettativa. Il Pd insieme alle altre forze di opposizione ha presentato una proposta concreta e fattibile, che aiuterebbe 3 milioni di lavoratori e lavoratrici sottopagati. Il governo e la maggioranza finora hanno buttato la palla in tribuna. Ma questo giochino non potrà continuare all’infinito».


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