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Giorgia Meloni

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Giorgia Meloni si presenta in conferenza stampa, dopo il Consiglio dei ministri, attorno alle 18.45. Alcuni ministri, come Matteo Piantedosi, hanno già parlato. Fino all’ultimo resta in sospeso la sua presenza. C’è chi sostiene che avrebbe preferito evitare di materializzarsi per evitare le domande sulle difficoltà della manovra finanziaria e sulle uscite del compagno Andrea Giambruno. E invece all’ultimo decide di mettere la faccia sul decreto Caivano, per dare un impronta identitaria all’azione dell’Esecutivo.

LA SICUREZZA

Sette ministri presenti, quasi a voler veicolare un messaggio di compattezza all’esterno. E lei, l’inquilina di Palazzo Chigi, al centro, a rivendicare l’azione dell’Esecutivo contro la criminalità. «Volevo essere qui perché penso che il lavoro che abbiamo portato oggi in Cdm sia fatto di norme importanti su materie in cui in passato lo Stato ha preferito di occuparsi di altro, dando il segnale che su alcune questioni era meglio non entrare e metterci la faccia perché pericoloso. Io penso che quello di oggi è un segno di uno Stato che decide di mettere la faccia in materie complesse e difficili da risolvere».

E ancora: «Sono stati presi degli impegni precisi su territori che erano diventati zone franche, dove lo Stato aveva deciso di indietreggiare».

Poco prima ha incontrato la mamma del musicista ucciso a Napoli, Giovanbattista Cutolo. «Sono colpita dalla reazione per la cosa peggiore che ti possa capitare – ha detto Meloni – Ho trovato una donna che vuole combattere, e a queste persone delle risposte vanno date. Noi intendiamo proporre per il ragazzo la medaglia d’oro al valor civile».

Sottolinea di aver stanziato 30 milioni di euro, ma «non pensate che il governo li consideri sufficienti, saranno stanziate tutte le risorse che servono per vincere questa sfida». Caivano diventerà un modello è il refrain.

Venti minuti di orologio scivolano via sulle norme approvate dal Consiglio dei ministri, sull’iniziativa del governo. Insomma, Meloni sponsorizza le norme approvate contro la criminalità e in particolare contro la criminalità giovanile. Dopodiché spazio alle domande, che vanno dalla manovra finanziaria a Ustica, dalle uscite del compagno Giambruno al commissario Ue Paolo Gentiloni.

MANOVRA, LE PRIORITÀ

Di sicuro la legge di bilancio è il primo pensiero della presidente del Consiglio che mercoledì sera, nel corso del vertice di maggioranza, ha voluto avvisare i partiti della coalizione: «La manovra deve essere prudente».

«Sono sull’idea di concentrare le risorse su alcuni grandi temi, dai salari alle pensioni dei giovani, sulle famiglie, sulla sanità. Stiamo stimando, abbiamo messo insieme una serie di ipotesi per capire quali ci offrono la risposta migliore».
Sia come sia, la situazione non è delle migliori, anche a causa della politica dei bonus dei precedenti governi. «Posso solo ribadire che l’eredità sui conti è pesante, era stata fatta una stima di 36 miliardi mezzo, ora arriva a oltre 93 e supererà i 100 senza contare le truffe e le irregolarità».

CONSONANZA CON DRAGHI

Ragion per cui, ritiene, si debba accelerare sulla riforma del Patto di stabilità. La premier concorda pienamente con le parole dette due giorni fa da Mario Draghi e sposa la sua linea: «Sono convinta che sia importante riuscire a modificare le regole della governance prima che rientrino in vigore i vecchi parametri, e se non si riesce proporrò di prorogare le attuali regole, perché tornare ai parametri pre-Covid produrrebbe una contrazione dell’economia, già in sofferenza importante. Bisogna correre e credo sarebbe drammatico ritorno alle vecchie regole».

Poi, incalzata sulla frase del vicepremier Salvini che a proposito del commissario Ue Gentiloni ha detto che «non sembra italiano», Meloni si barcamena per evitare di litigare con il leader leghista: «I commissari europei, pur rappresentando le nazioni, quando sono commissari rappresentano la Ue. Da quando ogni nazione ha il suo commissario accade che questi tengano un occhio di riguardo verso la nazione che rappresentano. Penso sia normale e giusto e sarei contenta se accadesse di più anche per l’Italia».

USTICA E GIAMBRUNO

Poi la conferenza stampa si infiamma su due questioni: Ustica e Giambruno, il compagno di vita. «Non ho sentito Emmanuel Macron. Ho seguito il dibattito, nessun problema nel porre dal punto di vista diplomatico questioni nei confronti dei nostri partner, ma queste cose si fanno in base a elementi oggettivi che ho chiesto a Giuliano Amato. Se ci sono elementi sarei la prima a muovermi: sto aspettando quegli elementi oggettivi per difendere l’interesse nazionale».

Il climax si raggiunge quando le viene ricordata la frase del compagno («Se eviti di ubriacarti, eviti di incontrare il lupo»): «Io penso che Giambruno abbia detto in modo frettoloso e assertivo una cosa diversa da quella interpretata dai più. Nelle sue parole non leggo “se giri in minigonna ti possono violentare”, ma qualcosa di più simile a quello che mi diceva mia madre quando ero ragazza: “Occhi aperti e testa sulle spalle”’, perché purtroppo gli stupratori esistono e non bisogna abbassare la guardia».

La questione è delicata. Non a caso mette in chiaro: «Vi prego per il futuro di non chiedermi conto di quello che un giornalisti dice in tv. Non ritengo di essere io a dirgli cosa devo dire. Che idea avete della libertà di stampa?».


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