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Roberto Speranza

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Oggi più di sempre la Calabria è uno scandalo nazionale. Non per colpa della Calabria, ma proprio dell’ideologia dello Stato centrale con le sue diramazioni che oggi si chiamano Speranza, ministro a sua insaputa della Salute, e del commissario governativo Arcuri che ancora una volta si è dimostrato incapace di agire e spiegare per filo e per segno a sé stesso e alla gente quali sono le cose da fare e comechi scrive ha il dente avvelenato.

Nel 1973 andai in Calabria a dirigere con Piero Ardenti il primo Giornale di Calabria che lasciai nel 1976 per seguire l’avventura di Repubblica con Scalfari. Poi, due anni fa, sono tornato a Cosenza per dirigere per poco tempo un quotidiano destinato a chiudere. Fra le due esperienze sono passati quarant’anni e ho rivisto nei dettagli questa Regione che per me è una seconda patria. E sono quarant’anni che mi capita periodicamente di scrivere il “pezzo calabrese” in cui cerco di recuperare non tanto le disgrazie genetiche, ma le sciagure governative e regionali.

Non toccava forse all’iper-commissario Arcuri, questo straordinario “so-tutt’io” che la Provvidenza ha voluto a tutti i costi regalarci. Il caos è totale ma può far ridere. Pigliate quello che era stato scelto dal governo centrale di Roma per fare in Calabria il commissario alla Sanità Zuccatelli. È quello che aveva detto concitati davanti alla telecamera che le mascherine non servono a niente e che tu /il giornalista) vuoi infettarmi, puoi farlo soltanto baciandomi con la lingua per almeno quindici minuti. Geniale. Dove li trovano? Ma chi è il responsabile dei responsabili? Forse il commissario governativo Arcuri. No: Arcuri è a nostro parere una scelta pessima ma non è la scelta di sé stesso. Il suo dante causa oggi è il ministro della salute Speranza, uno di quelli di cui si può dire “nomen omen”, ovvero dimmi come ti chiami e ti dirò chi sei. Speranza è per sventurata definizione un uomo che spera. E l’estate scorsa, come tutti sappiamo, anziché rimboccarsi le maniche per fronteggiare la fase due della sciagura, si è messo invece a scrivere un libro di memorie. Poi è arrivato lo tsunami delle disgrazie e ha fatto in tempo a riacciuffarle le bozze dalla vendita prima che fosse troppo tardi.

Adesso si sono inventati una partecipazione esterna di Gino Strada che non si sa che cosa abbia a che fare con la Calabria, nel senso che Strada è noto per una vita in ospedali africani dove ha costruito strutture per Paesi che non ne avevano. È questa la figura che serve? Davvero? Sulla Calabria e in alcuna altra regione se non la Calabria, si è accanita finora la duplice incompetenza di Stato e Regione che, caso unico, anziché giocare spaiate, giocano in coppia. Speranza, come ministro del governo dovrebbe dare disposizioni e supervisionare le azioni del commissario governativo Arcuri che cento ne fa e una ne pensa. Ma Speranza non sa che fare e infatti non lo fa. Quando ha assunto la titolarità di un ministero a lui sconosciuto, quello della Salute, in preda a un comprensibile attacco di panico ha chiesto che per cortesia, e soltanto nel suo caso estremo gli affiancassero almeno un tutore, qualcuno che ci capisse qualcosa e dopo le ore di lavoro gli desse lezioni private, tanto per orientarsi.

Così è nata la figura extraterrestre (come funzione) del prof.  Walter Ricciardi, ottima scelta per un ministro ma non per un grillo parlante destinato a correggere le stramberie del ministro che sussurrava ai virus quando non scriveva le sue memorie. E insomma l’incredibile Zuccatelli che sparava scemenze sul virus, sulle maschere e i baci, sarebbe stato sostituito da Eugenio Gaudio, ex rettore della Sapienza di origini calabresi, che però – nella confusione totale – si dovrebbe avvalere anche dell’aiuto di Gino Strada. Tutto questo non è sicuro, non è definitivo e intanto la Calabria si avvicina al mostro con una carenza di posti letto spaventosa per le terapie intensive e personale specializzato che l’ha fatta precipitare dalla categoria di regione benvenuta in Germania (per il basso numero di casi) in Regione rossa col pennarello scarlatto perché nessuno si è occupato della salute dei suoi abitanti in una nobile gara fra commissari e consulenti governativi e regionali.

Come finirà? Male per la Calabria, temiamo, perché mancano le premesse per un nuovo start della sanità di questa infelice regione che finora aveva retto bene solo grazie alla prudenza dei suoi amministratori e cittadini. Ma lo Stato ha deciso di intervenire e fare le nomine, al timone c’è Speranza che va ancora a lezioni private da Ricciardi, dunque potete figurarvi quel che accade in provincia di Locri dove le terapie intensive non ci sono sotto e la gente ha più paura che altrove.


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