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Profughi afgani in Friuli, sballottati da un centro d’accoglienza all’altro, sono in transito su tra le alture della Carnia. Ipnotizzati dalla visione di un gregge al pascolo, chiedono di scendere dal furgone giusto il tempo di correre verso le pecore per abbracciarle, accarezzarle e goderne dell’afrore. E “cantami o Diva dei profughi afgani” è il caso di dire – osservando questa scena – con Franco Battiato. A conferma di come il territorio attenda il seme sano per rigenerarsi e restituirsi a se stesso. Pastore chiama pastore.


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