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Il ministro alla Sanità, Roberto Speranza

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Non si spara sulla Croce Rossa e dunque, fuor di metafora, non si può sfottere il ministro Speranza – Ministro della Sanità – colto in flagranza di Covid. L’essere risultato positivo è – rispetto a tutti gli argomenti maliziosi che ne discendono a cascata – la messa in dubbio di tutte le cautele di cui lui istituzionalmente è l’incarnazione. Ovvero la triplice vaccinazione, la certissima sanificazione per tramite di gel, l’immancabile distanziamento che lui impone a sé e ai suoi collaboratori nonché l’adorata mascherina FfP2 con cui fodera il suo pensoso visino. Alberto Zangrillo, medico di certissime qualità scientifiche, rivolge al ministro i suoi auguri accompagnandoli a un messaggio ben preciso – “Egli è la prova regina di un fatto: la mascherina non serve a nulla” – ma per quel che ci riguarda, promotori quali siamo di un contravveleno di provata scienza, ossia la saggezza dei nonni, nell’unirci agli auguri del grandissimo Zangrillo, al suo messaggio, ad adiuvandum associamo la massima antica: “La fissazione è peggio della malattia”.


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