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DOPO il Covid il caro “non vita”. Non c’è pace per i vacanzieri italiani che dopo due anni di mascherine, distanziamento e misure varie – alcune delle quali applicate anche in estate – dovranno confrontarsi con le conseguenze di guerra e inflazione, a un costo decisamente salato. Aggettivo, quest’ultimo, che ben si addice ai lidi marittimi, compresi quelli del Sud, dove i prezzi sono destinati ad aumentare.

Secondo un’indagine svolta da Altroconsumo in dieci località costiere italiane, mettersi seduti sotto l’ombrellone con sdraio o lettino (o entrambi) sarà rilassante per il corpo, meno per il portafoglio: i rincari rispetto al 2021 saranno mediamente del 10%. Per fare un esempio: se l’anno scorso spendevamo 20 euro, quest’anno dovremo sborsarne 22. Poco? Mica tanto. L’associazione di tutela dei consumatori fa infatti notare che dal 2019 al 2021 i prezzi erano saliti del 17%. Di conseguenza: sono serviti tre anni per far crescere il costo del 17%, mentre ne è bastato solo uno per un rincaro del 10%. Il balzo è evidente.

Senza contare che questa percentuale è semplicemente una media tra gli stabilimenti balneari di diverse località. Entrando nel dettaglio i prezzi possono essere anche più elevati. In cima alla classifica di Altroconsumo troviamo i lidi di Palinuro (Salerno), dove si arriverà a spendere il 18% in più, ovvero l’8% sopra la media nazionale dei rincari. Seguono Rimini (più 14%), Alassio (Savona, più 13%) e Alghero (più 12%). Sovrapprezzi meno marcati a Taormina e Giardini di Naxos (7% in più per entrambe) e Lignano (più 5%). Il Mezzogiorno, insomma, sembra pronto a far pagare a peso d’oro i sogni vacanzieri degli italiani, in particolare nelle località balneari più turistiche, dov’è atteso anche l’arrivo degli stranieri.

Attenzione però: una cosa è il rincaro, un’altra è il prezzo effettivamente pagato. Sotto questo punto di vista il rapporto sembrano invertirsi, con gli stabilimenti del Nord mediamente più salati di quelli del Sud. Nella settimana compresa tra il 31 luglio e il 6 agosto (dunque in alta stagione) prendere il sole dalla prima alla quarta fila ad Alassio può arrivare a costare 320 euro (381 la prima fila). Al secondo posto il Meridione torna protagonista con Gallipoli (282 euro). Seguono Alghero (194 euro), Viareggio (184 euro) Taormina e Giardini Naxos (180) e Palinuro (169), Anzio (159), Lignano (142,) Rimini (131). La meno costosa – fra le località oggetto dell’indagine di Altroconsumo – è Senigallia (Ancona), dove – sempre facendo la media tra la prima e la quarta fila nel periodo 31 luglio/6 agosto – si spenderanno 129 euro.

Questo il quadro: bisognerà capire se i rincari modificheranno le abitudini degli italiani che, a quanto pare, non sembrano disponibili a rinunciare alle comodità quando si parla di vacanze. A oggi, secondo la stessa analisi, lo stabilimento balneare viene scelto dal 28% dei nostri connazionali, mentre il 19% preferisce la spiaggia libera non attrezzata. Il 16% si accontenta, invece, di una spiaggia libera a patto che abbia servizi come bar, docce, wc ecc. La meno apprezzata è la spiaggia libera attrezzata a pagamento (11% delle preferenze). Come a dire: se devo pagare preferisco di gran lunga farlo per un lido dotato di ogni comfort.

Va detto che i rincari non riguarderanno solo il mare ma caratterizzeranno quasi tutta la filiera delle vacanze estive. Recentemente il Codacons ha denunciato l’impennata dei prezzi dei biglietti aerei. Nell’ultimo mese le tariffe dei voli europei hanno subito un incremento del +91% rispetto allo stesso periodo del 2021. I voli intercontinentali sono rincarati del +35,7% mentre il prezzo di quelli nazionali risulta in crescita del 15,2%. Più costosi, prosegue il Codacons, anche i trasporti marittimi. Nell’ultimo mese le tariffe dei traghetti sono aumentate del +19,4% rispetto allo stesso periodo del 2021. Di contro, si riducono i prezzi dei biglietti ferroviari, che scendono del -9,9% su base annua, come effetto delle minori limitazioni sui treni legate al Covid e del ritorno di offerte e sconti praticati dalle società.


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