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Pietro Curzio, presidente della Corte di Cassazione

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In Italia «rimane aperta una questione cruciale. Quella del numero dei magistrati». La situazione «è critica, perché vi è una scopertura degli organici superiore a milletrecento unità che sarà colmata solo in parte e in tempi non brevi con il concorso in atto e quello appena avviato».

Una situazione che si verifica anche per via di candidati impreparati, con scarsa dimestichezza con l’italiano scritto e una zoppicante capacità di sintesi. Nel tratteggiare nelle sue “Considerazioni Finali” il quadro in “chiaroscuro” sull’amministrazione della giustizia in Italia nel 2021, tra “criticità e segni di miglioramento”, in occasione dell’Inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2022 al Palazzo di Giustizia a Roma, il Primo Presidente della Corte di Cassazione, Pietro Curzio ha espresso preoccupazione sulle nuove leve.

«Le ultime esperienze concorsuali – ha affermato – mostrano una costante difficoltà nel coprire tutti i posti banditi, facendo sorgere il ragionevole dubbio che molti corsi universitari non riescano a fornire le basi per il superamento del concorso. Ancor più a monte – ha proseguito il Primo Presidente – emerge un problema di qualità della scrittura».

Citando il professore emerito di Linguistica italiana alla Sapienza di Roma, Luca Serianni, Curzio ha aggiunto: «Il professor Serianni ha spiegato perché nella formazione scolastica vanno strenuamente difesi il compito di italiano e in generale le prove scritte. Mi permetto di sottolineare l’importanza del riassunto per stimolare quella capacità di sintesi che il codice di procedura richiede prevedendo che le sentenze debbono essere chiare e concise».

Un problema di vecchia data…

Il problema è di vecchia data e non riguarda soltanto i laureati in giurisprudenza, ma tutti coloro che non allenano queste capacità con la lettura. Nel 2019 il Censis nel suo 53esimo rapporto sottolineava come «quei sei italiani su dieci che oggi non leggono libri mediamente sono molto più istruiti dei non lettori di ieri».

Eppure, l’urgenza di più magistrati appare ineludibile. Alla luce delle sfide che attendono la magistratura nell’ambito delle nuove norme previste sia nel processo penale, sia nel processo civile, il Primo Presidente Curzio ha ricordato lo “squilibrio evidente” che dal rapporto 2020 della Commissione europea emerge rispetto al personale impiegato nel sistema giustizia in Italia. Personale che è «sensibilmente inferiore a quello di altri Paesi europei. Ad esempio, in Italia ogni 100mila abitanti vi sono circa 11 giudici, in Germania ogni centomila abitanti vi sono circa 24 giudici”. Riguardo al personale amministrativo, invece, “le scelte operate nel PNRR rafforzano l’inversione di tendenza rispetto a decenni in cui le assunzioni sono state bloccate».

…Anche per gli avvocati

Da anni fanno notizia anche gli strafalcioni dei praticanti avvocati nei concorsi per l’abilitazione. Per arginare questa deriva nel 2010 il Consiglio Nazionale Forense promosse il progetto “Libri per ragionare. Libri per sopravvivere”. «Il libro – si legge nella presentazione – è il mezzo per dotarsi delle abilità professionali per conoscere, interpretare, applicare il diritto secondo principi di giustizia, di legalità, di etica civile e sociale. Tra i giovani che aspirano alla professione di avvocato, la scarsa capacità di un uso corretto del linguaggio emerge ogni anno dal catalogo degli errori di grammatica, di sintassi, di morfologia che costellano le prove scritte dell’esame di avvocato. Per gli avvocati la parola è strumento di mestiere. Leggere è fondamentale per acquisire la capacità di parlare e di scrivere con precisione ed esattezza».


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