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Il premier Giuseppe Conte durante gli incontri per gli Stati generali

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Sulla rimodulazione dell’Iva, per rilanciare i consumi che faticano a ripartire, il Governo non ha ancora preso una decisione: «È una misura costosa, da studiare». Mentre un nuovo scostamento di bilancio «appare possibile e probabile». E «Non vogliamo lasciare che si crei disoccupazione nel Paese, che i lavoratori vadano a casa definitivamente, e poi servono altri incentivi e agevolazioni per le categorie maggiormente in sofferenza. Ci sono settori che non ripartiranno neanche con la riapertura formale e avranno necessità», come il turismo. Il decreto Semplificazioni dovrebbe esser chiuso entro la prossima settimana per essere sul tavolo del prossimo Cdm.

Al termine dell’ottava e ultima giornata degli Stati generali dell’Economia a Villa Pamphili, il premier Giuseppe Conte traccia un bilancio del lavoro di ascolto e di progettazione condivisa, ma soprattutto anticipa le misure e gli interventi che l’esecutivo intende mettere in campo subito, parallelamente al lavoro di definizione del piano di rilancio alla luce anche dei contributi dei tanti interlocutori che si sono ritrovati intorno al tavolo della Sala degli Stucchi. E su cui verranno inviati a confrontarsi singolarmente le opposizioni già la prossima settimana, idea, questa degli incontri singoli, che non è però piaciuta al centrodestra, che ha prontamente annunciato che si presenterà come coalizione.

Intanto, tra le questioni da affrontare in tempi stretti c’è anche il “caso Aspi”.

«Sul mio tavolo non ho una proposta accettabile – ha affermato Conte, incalzato dai cronisti – Ci avviamo su una strada obbligata. Il caso va chiuso e subito. Atlantia ha ragione: non e’ giusto portare l’incertezza a lungo. Hanno chiesto una soluzione chiara. Noi abbiamo il dovere di dare una soluzione chiara». Per luglio il premier ha poi annunciato il taglio del cuneo fiscale, mentre tra annoverato la revisione dell’abuso d’ufficio tra le proposte su cui ha detto di aver incontrato il maggior consenso. Le misure del piano di rilancio saranno «l’orizzonte dell’azione di governo» che poi lavorerà alle specifiche «riforme del Recovery plan», ma «non dobbiamo accontentarci delle riforme, dobbiamo reinventare il Paese il Paese che vogliamo. È stata un’esperienza dura», ha affermato Conte al termine della giornata in cui ha incontrato una rappresentanza delle medie aziende italiane che producono valore e innovazione: Catia Bastioli, ad Novamont; Lavinia Biagiotti Cigna, presidente e ceo di Biagiotti group; Fabrizio Di Amato, presidente Maire Tecnimont; Daniele Ferrero, presidente e ad Venchi; Betta Maggio, ad U-earth biotechnologies; Vito Pertosa, fondatore del Gruppo industriale Angel; Andrea Pontremoli, ad Dallara automobili; Giordano Riello, di Riello international group; Renzo Rosso, presidente Otb; Alberto Vacchi, presidente di Ima; Chiara Burberi, presidente e ceo Redooc; e Vincenzo Balzani, professore all’Università di Bologna. Seguiti, nel pomeriggio, dalle “menti brillanti”: Alessandro Baricco, Stefano Boeri e Massimiliano Fuksas, Stefano Massini, la cantautrice Elisa, Giuseppe Tornatore Monica Guerritore.

Il premier ha declinato i principali interventi che seguono le direttrici del piano, ovvero la modernizzazione, la transizione ecologica e l’inclusione sociale, territoriale e di genere. Interventi che vanno dal miglioramento dalle rete infrastrutturale, a progetto impresa 4.0 plus per rendere strutturali tutti gli incentivi e le agevolazioni alle imprese digitali e green, dalla proposta di un voucher di 500 euro per tre anni per le donne che aspirano a diventare manager, al piano cashless e per la fibra ottica. Ora si tratta di passare dai progetti ai fatti, e per farlo presta il premier ha bisogno anche del supporto della sua maggioranza in questi giorni in fibrillazione, sia sul fronte M5s sia su quello Pd. Il premier si detto “fiducioso” sulla tenuta dell’esecutivo «per i prossimi mesi e confido anche per il prosieguo della legislatura, perché – ha affermato – le misure che stiamo adottando hanno un orizzonte pluriennale».

Misure che il premier mette in conto possano anche scontentare qualcuno: «Il governo deve farsi carico degli interessi di tutto il Paese, è normale che si punti su alcune misure su cui Confindustria possa non convergere».


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