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Il Sud resiste, tra aule che mancano e prof costretti a emigrare al Nord, ma vuole anche prevenire prima di dover curare. Se il governo ha ribadito che tra i banchi si torna il 14 settembre, il Mezzogiorno preferisce andare con i piedi di piombo. Sardegna, Calabria, Puglia, Basilicata e Abruzzo hanno già deciso di posticipare l’apertura dell’anno scolastico al 24 settembre, mentre la Campania di Vincenzo De Luca scioglierà la riserva giovedì prossimo dopo una riunione con i sindacati. «Vediamo prima quanti docenti si sottoporranno al test sierologico» avverte Jole Santelli, governatrice della Calabria che, come i suoi colleghi, ha detto che è «insensato riaprire le scuole con sforzi di sanificazione per poi richiuderle dopo una settimana per i seggi elettorali, quindi ripetere tutte le operazioni». Insomma, meglio far votare prima il 20 e 21, fare le sanificazioni e poi preparare il ritorno degli studenti.

LA LETTERA

Una posizione che tra i Comuni, è già dominante. I sindaci di Capri, Marino Lembo e di Anacapri, Alessandro Scoppa, hanno chiesto al presidente della Regione di posticipare l’apertura dell’anno scolastico 2020-2021 «almeno a dopo le elezioni», cioè al 24 settembre. Nella lettera congiunta, i sindaci dell’isola azzurra spiegano di condividere l’appello lanciato in tal senso dall’Anci Campania e illustrano le «problematiche peculiari del territorio isolano», a partire dal ritardo che «ogni anno le nostre scuole subiscono nel completare gli organici del personale, in quanto la maggior parte partecipa a operazioni di trasferimento o assegnazione provvisoria», il che «rende difficoltoso l’avvio tranquillo dell’anno scolastico anche in momenti ordinari». L’applicazione delle linee guida ministeriali, sostengono i sindaci, «renderebbe necessario addirittura avere personale aggiuntivo, quindi la mancanza di un organico completo rappresenta un ostacolo serio all’apertura in piena sicurezza della scuola».

IL NODO TRASPORTI

Il tema del trasporto presenta invece due problematiche: «L’unico istituto secondario di secondo grado dell’isola – scrivono i sindaci – si trova ad Anacapri, per cui richiede il trasferimento tra i due Comuni di circa 200 alunni che si avvalgono normalmente o della navetta o del trasporto pubblico locale, e la presenza di un’alta percentuale di personale pendolare (docenti e Ata), che si aggiunge ai pendolari di altre categorie che ogni mattina arrivano sull’isola, rende difficoltosi i collegamenti in sicurezza da Marina Grande ad Anacapri». Inoltre «nelle ultime settimane, in conseguenza dei flussi movimentati della stagione turistica, abbiamo cominciato ad avere sul nostro territorio dei casi di Covid-19 tra i nostri concittadini, situazione che sta destando preoccupazione tra le famiglie degli alunni circa l’avvio dell’anno scolastico».

Anche quando si deciderà di far tornare tutti a scuola, va sciolto il nodo dei numeri su bus e metro. Le grandi città come Napoli, Bari e Palermo si affollano tra le 7 e le 9 di mattina tra congestionamento del traffico e uso dei mezzi pubblici: se si deve rispettare il distanziamento, sarà difficile per genitori e ragazzi andare a scuola nell’orario previsto. Infine c’è la questione dell’appuntamento elettorale del 20 e 21 settembre, le consultazioni regionali e referendarie «che come sempre si svolgeranno nei plessi scolastici rendendo ancor più critica la situazione, con l’interruzione delle lezioni dopo meno di una settimana dal loro inizio e con la necessità di raddoppiare le spese di sanificazione e igienizzazione dei locali scolastici». Per tutte queste ragioni i sindaci chiedono uno slittamento dell’apertura scolastica almeno a dopo le elezioni, «così da avere più tempo per garantire l’attuazione di tutte le misure che consentano uno svolgimento dell’anno scolastico in totale sicurezza».

IL DIVARIO

Resta irrisolto il problema della carenza di docenti e personale, con forti discrepanze tra Nord e Sud. Nel Mezzogiorno le scuole pubbliche – di ogni grado e livello – sono 2.528, il personale docente è pari a 231.051: in sostanza, in ogni istituto scolastico, in media sono impiegati 91 insegnanti. Al Nord, invece, le scuole sono 3.266 e i professori 356.100: in ogni istituto lavorano circa 109 docenti. Non solo: le classi sono più sovraffollate in Puglia, Campania e Calabria rispetto a Piemonte, Lombardia o Liguria. Infatti, mentre al Nord per 3.646.003 alunni iscritti ci sono 200.828 classi (poco più di 18 studenti per classe), al Sud per i 3.121.930 ragazzi ci sono 112.214 classi (il rapporto è di 27,8 alunni per classe). Quindi, nel Mezzogiorno ogni docente deve seguire in contemporanea circa 10 studenti in più rispetto a una classe media del Nord.


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