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Il dato deve far riflettere perché supera la consueta narrazione della grande propensione degli italiani al risparmio. Perché la notizia è questa: durante il lockdown con le imprese deserte, i negozi chiusi, le partite Iva senza reddito il risparmio degli italiani è cresciuto come mai negli ultimi due anni. Oggi, rispetto al 2019, i conti correnti si sono gonfiati di ben 115 miliardi, con un’accelerazione impressionante proprio nei mesi in cui tutto il Paese si è trasformato in immensa zona rossa.

IL RECORD

A maggio è stato toccato il record di 21 miliardi in più rispetto al mese di aprile. A fornire i dati è il Bollettino mensile dell’Abi, la Confindustria delle banche. Certo, la statistica andrà segmentata per capire esattamente che cosa è successo, considerando che alcune categorie (dall’amministrazione statale ai pensionati) non hanno risentito della crisi.

Ma bisognerà anche capire se distribuirli a pioggia sia stata la scelta giusta. Alla fine si scoprirà che il diluvio assistenziale, anziché combattere le diseguaglianze, le ha accentuate. In ogni caso il risultato, è stato questo: i consumi sono scomparsi (anche a lockdown finito) mentre i caveau delle banche traboccano di liquidità
A marzo, con un Paese smarrito e spaventato, i conti correnti sono aumentati di ben 18 miliardi rispetto al mese precedente e di 86 miliardi sull’anno scorso (+5,7%) raggiungendo quota 1.602 miliardi. Il fenomeno non si è arrestato ad aprile, quando il blocco è stato totale. I depositi sono balzati a 1.620 miliardi (18 in più sul mese, 102 sull’anno).

PARALISI DEI CONSUMI

Insieme ai redditi si sono paralizzati anche i consumi e chi ha avuto la fortuna di continuare a lavorare (da casa o in presenza) ha inevitabilmente risparmiato. In realtà è accaduto qualcosa di più. A maggio, con la fase due, la riapertura dei negozi, la possibilità di spostarsi e, da metà mese, anche di andare al ristorante o all’aperitivo, il gruzzolo che gli italiani tengono sui conti correnti è salito ancora. Ha raggiunto il record di 1.641 miliardi, con un balzo di 21 miliardi rispetto ad aprile e di ben 115 miliardi (+7,6%) sul 2019.

Non si tratta di flussi altalenanti, ma di una crescita che non si era mai vista dai tempi del boom economico. Stiamo parlando di 115 miliardi. Più di quanto promesso dal governo (75 miliardi), dal Mes (36 miliardi) o dal fondo Sure per la cassa integrazione (20 miliardi).

Che il risparmio sia uno dei nostri punti di forza non è una novità. Ma la corsa ad accantonare soldi, proprio quando ne circolano meno del solito, è qualcosa di più di una propensione a mettere fieno in cascina.

I PIANI POSSIBILI

E’ anche un salto di parametro per segnare un post- covid diverso dall’ante-covid. Paolo Savona ha parlato di un grande prestito irredimibile che purtroppo assomiglia molto a una patrimoniale. Meglio parlare del Piano Colao presentato agli Stati generali. Parla del completamento dell’Alta velocità da Genova-Roma e l’estensione in Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia, insieme al potenziamento del trasporto regionale. Interventi anche sui porti e sui collegamenti ferroviari dagli aeroporti alle città.

Per quanto riguarda la rete idrica c’è il “Piano dighe” e il “Piano Acqua per l’agricoltura”. Uno degli obiettivi del Piano è il rilancio dell’edilizia con la realizzazione del “Progetto rinascita urbana” (legge di bilancio 2020) e il rafforzamento del bonus per il verde urbano privato.

Un libro dei sogni, è stato detto. Forse. Però un alibi sta cadendo insieme al lockdown: la mancanza di capitali. In verità mancano le idee attraenti per tirarli fuori, visto che nei caveau delle banche c’è un tesoro di 1.641 miliardi. Esattamente quanto il Pil dell’Italia.


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