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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

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LE GALLERIE autostradali gestite dall’Anas, i Comuni danneggiati, le start-up innovative. Sono soltanto alcuni degli appostamenti delle risorse previste nelle misure adottate dal Governo per la pandemia, ma prive dei relativi decreti attuativi. Ritardi che vanno a pesare su singoli settori di un’economia meridionale ormai allo stremo, prossima al crollo entro la fine dell’anno. A segnalare l’amara statistica che coinvolge delicatissimi Ministeri come Sviluppo Economico, Finanze e Trasporti è il gruppo di lavoro di Open Polis: per i 22 decreti legge emanati dal Governo, i decreti attuativi richiesti sono 252 in totale, di cui 181 (il 71,8%) ancora da adottare. Tanti, troppi. In totale sono 19 i Ministeri a cui si aggiunge la Presidenza del Consiglio dei ministri a dover ancora provvedere a rendere effettive le decisioni assunte.

LA BUROCRAZIA

Il grande nemico si chiama burocrazia della macchina statale. L’azione, infatti, si sposta dal Parlamento ai numerosi uffici competenti e le dinamiche politiche lasciano il posto a quelle burocratiche e tecniche. In base ai dati messi a disposizione dall’ufficio per l’attuazione del programma, Open Polis informa che dei 22 decreti legge emanati dall’inizio dell’emergenza, 10 richiedono almeno un decreto attuativo per la loro implementazione. Complessivamente ne sono richiesti 252, di cui già adottati solo 71. Senza l’adozione di questi provvedimenti, infatti, le misure messe in campo da Conte e compagnia rischiano di rimanere incomplete e non pienamente attuabili. Questo, per altro, rende impossibile erogare a cittadini, enti e imprese le enormi risorse predisposte dai vari provvedimenti.

Ma quali sono i ministeri più impegnati su questo fronte? Il Mit per esempio – a far data a metà settembre – non ha ancora adottato nessuno dei 35 decreti attuativi di sua competenza. Il Mef è ancora più in ritardo: deve emanare 43 decreti attuativi. Di questi, ne mancano all’appello ancora 25 (il 58,1%). Impressionante il dato legato al ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Dei 35 decreti attuativi richiesti, infatti, non ne è stato ancora adottato nemmeno uno. Poi c’è il Ministero dell’Interno che deve ancora adottare 11 decreti attuativi su 20, quello dello Sviluppo economico 16 su 19, quello delle politiche agricole 15 su 19. Da segnalare anche i 29 decreti attuativi (di cui 9 già adottati) complessivamente richiesti al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che, nel frattempo, è stato scorporato in due distinti dicasteri.

L’INTOPPO

La necessità di adottare ulteriori atti vanifica il ricorso ad uno strumento immediatamente esecutivo come il decreto legge. In questo modo, infatti, i tempi si allungano e si perde quel tratto di urgenza e immediatezza che dovrebbe caratterizzare il ricorso al decreto legge. Per ovviare a questo problema, gli esecutivi hanno tentato sempre più spesso di attuare dei decreti auto-applicativi. Ma questo non è sempre possibile. Infatti, la mancanza di un accordo nella coalizione di maggioranza può comportare la necessità di ulteriori mediazioni in parlamento. Mediazioni che possono portare alla necessità di nuovi decreti attuativi. Insomma, tempi lunghi. A quel punto sarebbero stati preferibili disegni di legge in uno dei due rami del Parlamento.

LE ATTESE

Cittadini, imprese e società civile sono dunque in attesa che le proposte del governo trovino piena attuazione. Se da un lato sono finalmente stati adottati i decreti attuativi per i tanto attesi bonus mobilità e ristrutturazioni, dall’altro sono ancora molti i provvedimenti mancanti. Ce ne sono tre nel decreto rilancio. Due erano di competenza del Mise. Uno avrebbe dovuto disciplinare le modalità di erogazione del fondo destinato ai lavoratori dello spettacolo, un altro avrebbe dovuto definire agevolazioni fiscali per gli investimenti in start up innovative.

I FONDI

Un altro decreto, di competenza del ministero dell’Interno, avrebbe dovuto definire i criteri di ripartizione del fondo per i comuni particolarmente danneggiati dall’emergenza. Il Sole 24ore ha evidenziato infine come relativamente al Superbonus servirà più tempo per la pubblicazione dei decreti Mise in materia di asseverazioni e requisiti tecnici. La Corte dei conti ha formulato delle osservazioni che richiederanno un supplemento di lavorazione al ministero dell’Economia.

L’iter per l’attesissimo superbonus 110% per l’edilizia si è definitivamente concluso l’8 agosto con la circolare dell’Agenzia delle Entrate emanata a seguito del decreto attuativo interministeriale firmato due giorni prima, il 6, dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, dando finalmente il via alla piena attuazione del provvedimento a quasi tre mesi dal varo del decreto.


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