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OSSESSIONE per la crescita e stabilità di lungo periodo devono essere le parole d’ordine per far ripartire l’Italia in modo sostenibile e duraturo. Il rilancio passa per  investimenti e  riforme, in una logica di superamento delle misure straordinarie adottate durante la pandemia.  Con questa visione comune sul futuro, il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, e il consigliere delegato e ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina,  hanno firmato un accordo per la crescita delle imprese.

L’OPERAZIONE  

La banca ha messo a disposizione 150 miliardi di euro che consentiranno di attivare investimenti privati generando un effetto moltiplicatore delle risorse messe in campo per gli investimenti pubblici con il Pnrr.

«Intesa è riuscita ad andare con il cuore oltre l’ostacolo: i 150 miliardi rappresentano sette manovre di bilancio – sottolinea Bonomi – Ora bisogna spingere, spingere, spingere sulla crescita, perché il Paese deve fare investimenti importanti per le tre transizioni, digitale, ecologica ed energetica. Nonostante i fondi del Pnrr, il 94% degli investimenti andrà fatto dalle imprese private, che vanno quindi accompagnate».  

«La crescita è in mano alle imprese – dice Messina – Avremo molti fondi garantiti dall’Europa ma è importante che si affianchino altri investimenti».  

L’intesa va in questa direzione: il piano strategico è teso ad accelerare il rilancio della economia reale tramite un plafond dedicato a innovazione e transizione digitale, sostenibilità, rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale, e potenziamento delle filiere.  La collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Confindustria è più che decennale: partita nel 2009, all’indomani di un’altra grande crisi, ha  supportato decine di migliaia di imprese con un credito di oltre 200 miliardi di euro.

Oggi la vera sfida, secondo Messina, è far sì  che la ripresa in atto «si consolidi nel tempo e sia diffusa, dando vita a un’economia strutturalmente più robusta». La crescita deve essere «un’ossessione», secondo il banchiere e  il numero uno degli industriali. Soprattutto deve raggiungere livelli più elevati rispetto a quelli a cui siamo abituati.

CRESCITA COME OSSESSIONE

«Solo così avremo le risorse finanziare necessarie per rispondere a un debito emergenziale, che non ci sarà consentito di tenere a lungo», dice Bonomi. «Un debito pubblico che è enorme ma sostenibile – aggiunge Messina – E scenderà solo se avremo una crescita forte». Entrambi evidenziano la credibilità del premier Draghi, convinti che questa sia «una condizione unica che non va sprecata».

La storica partnership è basata su una visione sinergica e condivisa del rapporto  banca-impresa, finalizzata a rendere  finanza e credito componenti strategiche al servizio della competitività del mondo imprenditoriale. «Il plafond di 150 miliardi messo a disposizione delle imprese consentirà di attivare investimenti privati, generando un effetto moltiplicatore delle risorse messe a disposizione per gli investimenti pubblici, creando nuove prospettive di crescita sostenibile per il sistema produttivo italiano e per l’intero Paese» ha detto Bonomi, mentre Messina ha sottolineato che l’Italia ha fondamentali solidi e imprese forti e che ora il vero obiettivo  sarà non solo crescere quest’anno e nel 2022 ma continuare a farlo in modo consistente  negli anni futuri: «La vera sfida – ha detto – è che tale ripresa si consolidi nel tempo e sia diffusa dando vita un’economia strutturalmente più robusta, in grado di sostenere livelli di crescita del pil stabilmente maggiori».  

IL DEBITO PUBBLICO

Se il focus è dunque la crescita continua, il mezzo con cui portarla avanti saranno gli investimenti al centro dell’accordo, che interverranno anche rimettendo al centro persone, professionalità e competenze. Credibilità e stabilità sono altri due obiettivi di lungo periodo su cui dovrà puntare il Paese, secondo i due firmatari, e lo strumento principale per   farlo dovrà essere la diminuzione del debito pubblico.

Un debito enorme ma sostenibile, secondo Messina, che deve essere supportato e finanziato dalle quote di risparmio che ci sono in Italia permettendo al Paese anche di riprendersi un certo grado di indipendenza dalla Banca centrale europea.

«Altri  miliardi di euro potrebbero essere messi a disposizione  per supportare il settore aerospaziale, nel quale l’Italia è leader» ha detto  Messina. «Bene, è un’affermazione molto importante – ha subito commentato Bonomi – L’aeropazio è un pezzo importante della nostra industria. Peraltro, è l’unica filiera che viene declinata nel Pnrr: anche al governo è chiaro di cosa stiamo parlando, è una filiera diffusa. Siamo leader mondiali con centinaia di imprese italiane».


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