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Mara Carfagna

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La Commissione europea ha autorizzato la proroga fino al 31 dicembre 2022 della decontribuzione per le assunzioni nelle regioni del Sud Italia come parziale riparo dalle ripercussioni economiche legate alla crisi russo-ucraina.

Un’agevolazione fiscale finalizzata a salvaguardare l’occupazione nelle aree più svantaggiate e che consiste in uno sconto sui contributi previdenziali complessivi dovuti dal datore di lavoro per i propri dipendenti. L’azione sarebbe scaduta il 30 giugno.

Il prossimo obiettivo sarà quello di rendere la misura strutturale per lo sviluppo del Mezzogiorno, per come ha annunciato il ministro per il Sud e la Coesione sociale, Mara Carfagna, e su cui sono d’accordo e convinti sostenitori l’ex premier pentastellato Giuseppe Conte («una misura essenziale per rilanciare il tessuto produttivo del Meridione introdotta dal Governo Conte II»), il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra («ora il governo italiano deve insistere con l’Europa per un provvedimento strutturale di fiscalità di vantaggio per le aree più svantaggiate del nostro Paese per migliorare la capacità di attrazione degli investimenti ed anche per superare gli enormi divari territoriali sul piano occupazionale, produttivo, infrastrutturale e dei servizi sociali»), gli industriali del Mezzogiorno.

Nella tarda mattinata di ieri ad annunciare annuncia l’esito positivo della trattativa da tempo in corso a Bruxelles per evitare la decadenza in luglio della misura della decontribuzione è stato il ministro Carfagna. «Buone notizie per l’Italia e soprattutto per il Mezzogiorno, le sue imprese, i suoi lavoratori e cittadini. Per le assunzioni nelle regioni meridionali arriva una deroga temporanea alla disciplina europea sugli aiuti di Stato, giustificata dalle ripercussioni economiche del conflitto in Ucraina – sottolinea Carfagna – È una decisione che riconosce gli sforzi del governo per migliorare le condizioni economiche del Sud Italia, ridurre i divari tra le varie aree del Paese e promuovere investimenti e occupazione nelle regioni meridionali. Ringrazio il sottosegretario Vincenzo Amendola, che ha portato a termine con abilità e determinazione il negoziato, e la rappresentanza italiana a Bruxelles: la “squadra Italia” ha conseguito un risultato fondamentale per sostenere le imprese e lo sviluppo del Sud in questo momento complicato».

«Sono certa che il sistema produttivo – aggiunge il ministro – saprà cogliere questa occasione e voglio, ancora una volta, dare atto alla Commissione di avere saputo utilizzare in modo intelligente, come ha dimostrato di sapere fare fin dall’inizio della crisi pandemica, i margini di flessibilità previsti dalle regole europee. Resta la nostra intenzione – conclude Carfagna – di esplorare ogni strada per rendere la decontribuzione una misura strutturale, che sostenga lo sviluppo del Sud in un arco pluriennale».

Apprezzamento per la decisione della Commissione europea è stata espressa dal governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, «Il mio augurio è che questa agevolazione possa essere colta dai tanti imprenditori che operano nella nostra Regione, e che si spendono quotidianamente per promuovere lo sviluppo e la crescita economica della Calabria – ha sottolineato il presidente calabrese – Si tratta, infatti, di un prezioso incentivo al mercato del lavoro e al settore degli investimenti che l’Italia è riuscita ad ottenere in sede di Commissione europea grazie a un efficace e strategico lavoro di mediazione messo in campo dal ministro per il Sud e la coesione territoriale, Mara Carfagna, e dal sottosegretario Vincenzo Amendola».

OK DAGLI INDUSTRIALI

L’Unione degli Industriali di Napoli esprime un giudizio molto positivo sull’esito della vertenza aperta con Bruxelles, che ha evitato la cessazione del beneficio alla scadenza di giugno 2022.
«La proroga della decontribuzione per le assunzioni nel Sud Italia è un risultato molto importante, che premia l’impegno assiduo e qualificato, la passione civile e la ferma determinazione con cui la ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna ha seguito la trattativa con l’Unione Europea, nonché l’autorevolezza e incisività dimostrate dalla delegazione italiana» detto il presidente Jannotti Pecci, secondo cui «si tratta di un primo fondamentale passo, cui occorre far seguire un prolungamento della misura per un arco temporale ampio, ben oltre la nuova scadenza di fine 2022, per ridurre il gap, poi l’estensione del provvedimento su scala nazionale. La decontribuzione deve in tal senso diventare strutturale, e ve ne sono le condizioni, considerando che non ci troviamo in presenza di un aiuto alle imprese ma di uno strumento compensativo, in attesa che si determinino i presupposti per una marcata diminuzione del divario territoriale del Mezzogiorno».

In questo senso, per il leader degli industriali napoletani la decontribuzione «si collega indissolubilmente alla strategia di contrasto alle diseguaglianze territoriali delineata col Pnrr e da attuare anche con le altre risorse disponibili, dai fondi strutturali ai fondi coesione. E proprio l’Unione Europea a sollecitare questo obiettivo, nella consapevolezza che solo elevando i tassi di occupazione del Mezzogiorno e quindi dell’Italia si porranno le basi anche per risolvere la questione critica di un debito pubblico molto elevato, che in futuro potrebbe porre altrimenti il Paese a rischio default.

Al Sud vi sono i presupposti per la creazione di un secondo motore produttivo nazionale: non solo ci sono giovani qualificati ma, al contrario che in altre aree, territori non saturi, dunque disponibili per l’allocazione di nuovi insediamenti» conclude Jannotti Pecci.

Soddisfazione hanno espresso anche gli industriali delle altre regionali meridionali. «Questa misura può e deve diventare strutturale, perché il Mezzogiorno sta vivendo un’emergenza demografica che avrà conseguenze catastrofiche sulle imprese e sull’economia» ha detto il presidente di Confindustria Bari e Barletta Andria Trani e di Confindustria Puglia, Sergio Fontana.
«Auspichiamo ora che anche il Governo affronti in maniera decisa la questione del costo del lavoro, con un incisivo taglio al cuneo fiscale» ha aggiunto il presidente della Confindustria lucana, Francesco Somma.

Un plauso arriva anche dalla Sicilia. «Questo risultato è anche il frutto della battaglia del sistema Confindustria nel Mezzogiorno. E il merito è del ministro Mara Carfagna che tanto attentamente ha ascoltato le voci delle imprese e tanto caparbiamente è riuscita a centrare l’obiettivo. Per quanto riguarda la Sicilia, adesso anche la Regione dovrebbe adoperarsi per strutturare e rendere operativa una misura analoga» ha sottolineato il presidente di Confindustria Sicilia Alessandro Albanese.


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