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In uno scenario internazionale che continua a essere caratterizzato dall’elevata incertezza causata dal conflitto bellico tra Russia e Ucraina, da forti pressioni inflazionistiche, trainate dalle quotazioni dei prodotti energetici e dal cambio di intonazione della politica monetaria da parte delle Banche centrali, l’Italia va avanti sulla strada della crescita e dell’occupazione.

È la fiducia, più salda nelle imprese, più contenuta nelle famiglie, il “carburante” che sta alimentando il motore economico del nostro Paese che gira a pieno regime e potrebbe chiudere l’anno con una crescita del Pil del 2,6%. È a tinte moderatamente rosa il quadro sull’economia nazionale nell’outlook dell’Istat diffuso ieri.

PIÙ IN ALTO DEL 2021

A maggio l’indice destagionalizzato della produzione industriale ha interrotto la fase di aumento che aveva caratterizzato gli ultimi tre mesi, segnando un calo congiunturale (-1,1%) a sintesi di un arretramento più incisivo nella produzione di energia (-3,9%) e di uno più contenuto per i beni di consumo (-0,7%) e quelli intermedi (-0,6%).

Il livello dell’indice, tuttavia, permane su valori superiori a quelli del 2021. Nella media del periodo marzo-maggio, l’indice è in aumento rispetto ai tre mesi precedenti (+2,3%).

L’incremento è stato diffuso ai principali raggruppamenti di industrie, con la produzione dei beni di consumo che ha registrato il rialzo più sostenuto (+4,6%). La crescita acquisita per il secondo trimestre, che si otterrebbe qualora il valore della produzione industriale di giugno fosse uguale a quello di maggio, è pari al 2,1%.

In aprile sia le esportazioni, sia le importazioni, di beni in valore hanno segnato un aumento congiunturale (rispettivamente del +1,5% e +7%), sostenute anche dalla crescita dei relativi prezzi.

Il saldo commerciale ha segnato un’ulteriore marcata diminuzione (-3,7 miliardi circa) che ha ampliato il disavanzo nel periodo gennaio-aprile (-10,8 miliardi). L’andamento sfavorevole dei saldi, però, è strettamente legato alle importazioni di beni energetici al netto dei quali la bilancia commerciale segna un miglioramento (+20,2 miliardi nel periodo).

L’EFFETTO INFLAZIONE

A giugno l’inflazione ha mostrato una nuova accelerazione diffusa tra tutte le componenti. Il differenziale con la media dell’area euro, pur rimanendo negativo, si è ridotto.

L’indice per l’intera collettività (Nic) ha segnato un aumento tendenziale pari all’8% (da +6,8% del mese precedente), portando l’inflazione acquisita per il 2022 al 6,4% (da 5,7 di maggio).

Il processo inflativo si sta diffondendo tra le componenti. Alla crescita tendenziale dei prezzi dei beni energetici (+48,7% a giugno da +42,6% del mese precedente) si è associato un deciso rialzo dei prezzi dei beni alimentari (+8,8% a giugno da +7,1% a maggio), sostenuto sia dai prezzi degli alimentari lavorati, sia da quelli degli alimentari non lavorati (a giugno +8,2% e +9,6% rispettivamente).

LE PROSPETTIVE

Le prospettive di crescita per i prossimi mesi appaiono quindi condizionate negativamente dal proseguimento della fase inflativa, dal deterioramento del saldo della bilancia commerciale e dalla caduta della fiducia delle famiglie. Tuttavia, le aspettative delle imprese mostrano ancora contenuti e diffusi miglioramenti.

A giugno, gli indicatori di fiducia hanno mostrato segnali discordanti. L’indice composito della fiducia delle imprese è aumentato in misura marcata per il secondo mese consecutivo in tutti i settori economici, anche se in misura più contenuta per industria e costruzioni rispetto ai servizi e al commercio al dettaglio.

Nell’industria manifatturiera i giudizi sugli ordini e le attese sulla produzione hanno registrato un deciso miglioramento. Nei servizi di mercato, la fiducia è salita in tutti i comparti e in misura più marcata per il trasporto e magazzinaggio e i servizi alle imprese e altri servizi.

«A maggio 2022, rispetto al mese precedente – commenta l’Istat a margine della nota – le vendite al dettaglio sono in crescita, sia in valore sia in volume, sia per i beni alimentari sia per i non alimentari. Su base tendenziale si registra un aumento per le vendite dei beni non alimentari, mentre per gli alimentari la variazione positiva riguarda solo il valore; il volume, infatti, è in calo per il quinto mese consecutivo. Tutte le forme distributive registrano una crescita tendenziale, più accentuata per il commercio on line».


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